Due occhi lago, due mani guidate da un sapere ancestrale che modellano un presente votato alla ricerca della felicità nella qualità. Due occhi lago e un sorriso che si accende di fronte ad una bocca curiosa, davanti a uno spianatoio, a un matterello, a una manciata di farina macinata a pietra. Quegli occhi color lago (di Garda) appartengono a Maria Pasotti, gastronoma ed esperta in prodotti di alta qualità, classe 1988, nata a Brescia tra gli uliveti e i vigneti della Franciacorta. Incontro per la prima volta Maria in un habitat, il suo, meraviglioso. Dietro un bancone, con le mani “impolverate” di cacao, spiega ad una classe di bambini cresciutelli come creare in pochi secondi i dolci più buoni del mondo. Lo scorso febbraio, in occasione della Milano Fashion Week, è stata una delle ospiti speciali del party di casaMC, progetto da sei edizioni in collaborazione con Airbnb Italia. Il contatto diretto, intimo, quasi spirituale con le materie prime del territorio nostrano, è la sua filosofia di vita e, quindi, anche di lavoro. Ed è per questo che, progettando food experience uniche con la sua Good Food Good Mood, Maria compila il manifesto della cucina vera che inizia così: un sano piacere italiano.

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Qual è quel cibo che, come la madeleine per Proust, ti riporta indietro nel tempo?
I ravioli. Li facevo da piccola con mia nonna, la prima persona ad avermi trasmesso la passione per la cucina, e continuo a farli ancora oggi nei miei laboratori. Pochi e semplici ingredienti, come la salsa di pomodoro e la ricotta del ripieno, lo rendono il piatto a cui sono inevitabilmente più legata.

Come mai?
Mi ricordano l’orto dove sono cresciuta, e che ho cercato di ricreare dove abito adesso. Per me è essenziale utilizzare “ingredienti di casa”, raccogliere un pomodoro e utilizzarlo subito dopo in una ricetta.

Com’è nata la collaborazione con Airbnb?
Dopo il master in Food Culture and Communication of High-Quality Food, sono stata contattata direttamente dalla mia università, proprio perché in Airbnb cercavano una risorsa con cui poter progettare delle Cooking Experience. Sono stata felicissima di poter dire di sì!


Cosa ti ha spinto a studiare il cibo piuttosto che relegarlo a "hobby da weekend"?
Desideravo approfondire il legame alla mia terra e, soprattutto, volevo avere gli strumenti giusti per comunicare la qualità delle materie prime agli altri. Aiutare a scegliere un prodotto, raccontarne la storia e la qualità, è questo quello che ho imparato frequentando l’Università di Scienze Gastronomiche di Slow Food. Perché, a sperimentare dietro al bancone, ci pensavo già!

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Cibo vero e approccio olistico alla cucina, due termini sul tuo CV che mi hanno molto incuriosito…
L’approccio olistico è la visione della cucina che mi ha dato l’università. Ovvero la concezione del cibo a 360 gradi, sia come nutrimento del corpo e della mente, sia come responsabile del nostro buonumore. E ciò può essere riassunto in tre aspetti: nutrizionale (saper leggere gli ingredienti), ambientale (essere consapevoli che le nostre scelte influiscono sulla sostenibilità) e culturale (tenere ben presenti le tradizioni enogastronomiche legate a ciascuna regione). E il cibo vero rispecchia, appunto, questi concetti.

Il tuo cibo vero del cuore opss della gola?
La pasta fresca. Una meraviglia di tre o due ingredienti soltanto: acqua, farina non raffinata e magari anche uova.

Hai lavorato “a casa” di Massimo Bottura, nella côté organizzativa della meravigliosa Osteria Francescana di Modena. Le lezione (di vita e di cucina) che ti è rimasta ben impressa in mente?
Che senza la tenacia, la pazienza, la dedizione completa al lavoro, è impossibile raggiungere risultati importanti tanto per te stessa quanto per gli altri. Forse i successi ci metteranno un po’ ad arrivare, ma mai "copiare" lo stile degli altri!

Il tuo comfort food è…?
Il cioccolato fondente. Puro, ovviamente. In barrette o cioccolatini.

Come si svolge la giornata di una gastronoma?
Inizia con una super colazione, il mio pasto preferito nonché più importante della giornata. È il momento in cui - con mooolta calma - mi ricarico e riunisco le idee per gli appuntamenti delle ore seguenti. Rispondo alle mail, ai commenti sui social, aggiorno l’agenda, e poi mi preparo per i laboratori che iniziano solitamente a metà mattinata e finiscono a metà pomeriggio. Ogni giorno è sempre un’avventura diversa, ma le uniche costanti sono lo studio e la ricerca sugli ingredienti, le location degli eventi, i corsi di aggiornamento, le prove e le contro-prove dietro al bancone….

Ma… una ricetta che si faccia in poche “parole” ce la dai?
Yes, i miei “bon bon di cioccolato”! Ingredienti: pasta di datteri (ottenuta frullando i datteri Medjoul con un po’ d’acqua), cacao, zucchero integrale, un pizzico di vaniglia e farina di nocciole. Impastate con le mani fino ad ottenere delle piccole palline da “rotolare” nel cacao, granella di nocciole o cocco grattugiato. Mangiateli subito o freschi di frigo!