Andare a cena fuori è tra i più piaceri della vita (guai a chi smentisce). Andare a cena fuori con una bambina di 7 anni è tra i rischi più grandi della vita. Soprattutto se la bambina in questione è tua figlia, ha un palato mooooolto delicato, ha dei gusti abbastanza complessi. Andare a cena fuori, con tua figlia di 7 anni perché alle 20.30 di (quasi) ogni giorno ti rendi conto di avere il frigo vuoto può rivelarsi l'incubo di madri, figli, chef e personale di sala. Oppure no. Oppure può rivelarsi una piacevole food experience, un viaggio, a misura di bambino, tra sapori nuovi ed eccitanti scoperte. Viaggio nei ristoranti milanesi , raccontato da una mamma giornalista (non critica gastronomica, ATTENZIONE EH!) e da sua figlia, una biondina molto sveglia di 7 anni. Ovvero, welcome nella nostra rubrica #aggiungiunpostoatavolaMC

Ristorante #2: Ristorante Daniel Canzian

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interno sala

Stranamente siamo arrivate in ritardo, treni, ritardi, scuola, traffico e un ultimo appuntamento di lavoro in orario aperitivo non hanno giocato a nostro favore. "Buonasera, sì, sono Cristiana, volevo avvisare che tarderemo di circa mezz'ora, spero non sia un problema". La risposta, super rassicurante e comprensiva, lascia intendere che la nostra serata, capricci permettendo, sarà davvero piacevole, anche se, quando si tratta di bambini YOU NEVER CAN TELL. Arriviamo correndo e subito si palesa una sensazione di relax e tranquillità, alla quale credo non siamo più abituate, o almeno, in casa nostra la tranquillità ha fatto da parecchio tempo le valigie e poi, chi l'ha più vista. Accoglienza elegante e molto molto serena, sorrisi, toni di voce delicati: proprio quello che ci voleva per chiudere una giornata di quelle INDIMENTICABILI (disse l'ironia). Un bicchiere di bollicine, due chiacchiere e lo chef Daniel Canzian al tavolo: scegliere cosa mangiare tra le diversissime proposte della carta non è mica un'impresa facile. Tutt'altro. Con un po' di coraggio prendo la decisione e parto con un antipasto EPICO: l'uovo in cerenghin, ripieno di patate (e non vi racconto tutto il resto...), è uno di quei piatti che vorresti non finisse mai. Ecco una testimonianza fotografica.

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uovo in cereghin

La coraggiosissima Anna Inge, invece, in pieno allineamento astrale con il suo primo amore, aka le verdure, ordina dei ravioli ripieni di borragine, nonostante chef e mamma le consiglino di cambiare idea, a causa del sapore MOLTO DECISO (io li ho provati, WOW): ma lei no, deve aver ereditato quella testa dura da qualcuno "Io voglio quelli, sono come i ravioli di magro e io quelli li amo davvero, quindi li prendo." Ok. Tempo di assaggiarli d è subito "Mmmmhhh, sono molto diversi da come li immaginavo, ma forse sono stanca e non sento bene il sapore. Posso cambiare piatto? Poi questa crema non capisco perché la trovo ovunque, si spalma dappertutto. Buona eh, ma sono tanto tanto stanca e non LA CAPISCO." IO MUTA. Lo sapevo, ho parlato troppo in fretta, altro che zero capricci e clima chillax, sono arrivati gli amici capricci. Con molto molto imbarazzo mi vedo costretta a ordinare un classico piatto di pasta al pomodoro, pardonne moi "mamma si dice al sugo, non al pomodoro" e allora sì, scusami, "Una pasta al pomodoro, è possibile averla?". Inutile dire che il piatto di pasta che le è stato servito era un SIGNOR piatto di pasta al sugo, "Mamma forse è il più buono che io abbia mai mangiato, dopo il tuo eh." Evito di commentare dandole appellativi poco eleganti. Io invece mi godo i miei gnocchi ripieni di baccalà, con crema di alici e.... ciao, TOTEMICI.

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Gnocchi di patate dorati e ripieni di baccalà mantecato, puntarelle e salsa di alici

A quel punto evito di chiedere un secondo piatto per me e per lei, un filo di nervosismo e capriccetti vari ed eventuali e decido di passare al dolce. E lì succede una cosa magica: lo chef mi concede dieci minuti di relax, IN SOLITUDINE, al tavolo, senza la biondina. Eh sì, Anna Inge va in cucina con Daniele Canzian, e insieme impiattano il mio dolce (geometrie di ricotta con rabarbaro e un semifreddo alla menta, TO DIE FOR) e preparano il suo: gelato al cioccolato, ovvio. Non vi racconterò cos'è successo lì dentro, so solo che Anna Inge è uscita da lì con un sorriso che le faceva il giro della testa e mi dice "Questo è per te. Ora però dimmi quando torniamo, a me piace stare qui." Le diamo torto? Stringe la mano a Daniel, lo saluta e promette di tornare presto. E io non vedo l'ora.

A presto, Chef Daniel!

Ristorante Daniel Canzian, Via san Marco angolo Castelfidardo, Milano (IT)

Si ringrazia lo staff del Ristorante Daniel per l'accoglienza, la pazienza, per averci permesso di assaggiare TUTTI i gusti di gelato. Tutti. <3