Non toglieteci tutte le certezze, per piacere. Lo dice anche la parola, “grasso”, che da tale sostanza bisogna solo aspettarsi di prendere peso (sempre nei punti dove non serve), anche se la pelle, in alcuni casi (vedi l’avocado e il salmone, o la dieta del brodo ricca di collagene) invece li ama. Per cui, cosa sarebbe ora questa storia che i grassi fanno dimagrire? Non è una fake news, ma la conclusione ponderata a cui stanno giungendo progressivamente gli scienziati della nutrizione, secondo i quali il grasso da solo non farebbe aumentare peso. A farlo è un altro ingrediente a cui spesso viene accompagnato. Lo zucchero. Sì, sempre lui, quello di cui nutrizionisti più intransigenti dicono che ne dovremmo consumare al massimo mezzo barattolo in tutta la vita (ma siamo seri… ), anche perché quello bianco è un vero e proprio lanciafiamme delle cellule, le fa invecchiare più rapidamente. Ma grassi e zucchero vivono raramente separati. Pensate a un biscotto di pastafrolla, a una crostata, a una di quelle belle ciambelle fritte cosparse di zuccherini, sotto vetro nel chiosco della spiaggia. Quante volte una bella cena ricca di grassi finisce con una pannacotta (già in sé combinazione di grassi + zucchero) o un gelato? Il più convinto a dare corpo ai sospetti è un libro: The Bad Food Bible: How and Why to Eat Sinfully pubblicato dal professore Aaron Carroll della Indiana University School of Medicine, in cui scrive con decisione: “Il consumo di grassi non causa un aumento di peso. Al contrario, potrebbe effettivamente aiutarci a perdere qualche chilo”.

Da quando è uscito, The Bad e Food Bible sta suscitando parecchie discussioni negli ambienti medici. Chi lo legge spera che sia tutto vero, perché significherebbe che mangiare delle patate condite nel burro, o una bistecca piena di grasso, non aggiunge centimetri se non le mangi insieme agli zuccheri. Il problema è che dopo un pasto ricco e abbondante è il duodeno stesso, la prima parte dell’intestino tenue, a chiedere un dolcetto per avere una carica di energia pronta e avviare il faticoso compito della digestione, come spiegato anche nel best seller L’intestino felice (sì, è lo "spazietto" rimasto per un dolcino). Ma se la teoria verrà confermata, forse varrà la pena di non ascoltare il duodeno? Una delle conclusioni tratte dagli studi riguarda un confronto fra persone che per motivi indipendenti dalla loro volontà hanno condotto alimentazioni ricche di carboidrati e altre ricche di grassi. Le prime sono statisticamente più in sovrappeso. Inoltre hanno esaminato i dati di chi ha eliminato i grassi dalla dieta, per rendersi conto che in realtà non hanno perso peso nel modo che si aspettavano. La famosa sensazione di avere il “metabolismo lento”, sperimentato da tanti durante le diete, quando il metabolismo non c’entra nulla?

Altro shock sul concetto che i grassi fanno male: Insider riporta che da una recente rassegna di studi pubblicati sulla rivista The Lancet, gli scienziati hanno confrontato più di 135mila persone in 18 paesi con diete a basso contenuto di grassi o a basso contenuto di carboidrati. Le persone con dieta a basso contenuto di grassi erano a maggior rischio di morte per attacchi di cuore e malattie cardiache. Al contrario, le persone con alimentazioni a basso tenore di carboidrati avevano un rischio significativamente inferiore. Roba da mandare tutto in cortocircuito. Dobbiamo crederci? Eppure abbiamo sempre saputo il contrario, anche se recentemente c’era chi già consigliava di lasciar perdere lo yogurt scremato e di preferire quello intero, durante le diete. Ora, qualcuno ci aiuti a capire bene, soprattutto se per “zuccheri" si intende anche i carboidrati complessi, il pane, la pasta. Perché scoprendo che possiamo mangiare tutto il burro che vogliamo, ma senza poterlo spalmare sul pane, non è che otteniamo questo grande salto di qualità nella nostre vita in eterna ricerca del peso forma.