Il caso, si sa, gioca la sua parte. E la fortuna premia i coraggiosi. Nella storia della giovane chef pasticciera che ha reinventato il gelato Ilaria Forlani caso e fortuna sono entrambi elementi fondamentali.
«La mia passione nasce da bambina, preparando dolci con la nonna. Facevo mini muffin che regalavo ai vicini di casa e agli amici, perché mi piaceva vedere la gente felice - racconta Ilaria - Mal la folgorazione è arrivata per caso 10 anni fa a un corso per gelati e cioccolateria fatto per caso con un’amica».
Poi ci sono stati i tanti anni di studi (anche con il grande pasticciere Ernst Knam) e oggi Ilaria è titolare di un suo brand, Glacé (che di recente è stato insignito del riconoscimento internazionale Frozen Desserts Company of the Year 2018) ha una gelateria a Palazzolo sull’Oglio e una in arrivo a fine novembre a Milano, lavora per il Club Med e il ristorante milanese jap Shimokita.
«Rivisito il gelato in forme nuove perché nell’epoca di Instagram prima si mangia con gli occhi, poi si appaga il palato. Ho iniziato con quelli a forma di sushi, poi sono arrivati gli stone (simili a pietre), e di seguito i cactus, l’hamburger e i datteri. Tutto fatto a mano».
«Il mio incontro con il Giappone e la cultura zen quando ho trascorso die mesi in Australia Il sushi classico - spiega - ha una base di riso basmati cotto nel latte e zenzero un gelato fiordilatte cui aggiungo questo riso cotto nel latte e zenzero Al palato si sente il gelato e i chicchi da masticare e il fresco delle zenzero. La parte del pesce sono gelatine ai frutti di bosco, colori che ricordano il pesce e sapori sono più orientali rispetto a quelli tradizionali del solito gelato».
Gli ingredienti Solo naturali, a partire dal latte che arriva dalla fattoria paterna fino ai pistacchi di Bronte. «Voglio l’eccellenza nei gusti e nelle forme per elevare il gelato ad alta pasticceria».