Liberateci una volta per tutte dal senso di colpa perché coltiviamo il culto delle patate. Le patate fanno ingrassare, dicono. Le patate verdi fanno male, dicono. Sono piene di amido e alzano la glicemia, dicono. A sentire i corvi del malaugurio, sono la causa di tutti i mali. Boom. Eppure le mangiamo da secoli senza che alcuna civiltà si sia estinta per colpa delle patate. Anzi, nei periodi di carestia hanno salvato nazioni intere. Non sarà mica che si portano dietro una reputazione ingiusta, per lo meno confusa? Sarebbe ora di chiarire bene cosa succede nel nostro corpo mangiando patate, quante se ne possono mangiare, capire se le patate fanno bene o fanno male. Perché la sfida è: avete mai conosciuto qualcuno a cui non piacciono? Bisogna sforzarsi un po’ per ricordarlo, qualcuno che al pranzo della domenica abbia detto: “no, a me le patate arrosto no, grazie”, o che da McDonald's abbia guardato disgustato il cartoccino di french fries (ma che lo fosse davvero, non per posa)? Chimere vere. E se i bambini fanno storie per ogni vegetale, perché non per le patate?

La patata è bruttina a vedersi, è un tubero, dai, ma dovremmo perdere anche il vizio di usarla come sinonimo di persona insignificante. Spogliata dell’umiltà, a lei si inginocchiano chef e genitori tormentati dalla sindrome momentanea del “che diavolo cucino stasera ai ragazzi?”. E c’è chi ci ha fondato imperi, sulle patate. A parte le note grandi catene di fast food, si dice che le migliori degli Stati Uniti le serva dal 1997 il ristorante Balthazar di Soho, a New York, descritte dai critici “soprannaturali”, ma con la specifica che le migliori nel mondo si possono assaggiare solo in Belgio (attenti veg, le friggono nello strutto). E le patate in insalata, le patate al forno, la purea di patate, i gateau (gattò mostrano) di patate, la frittata di patate, le patate al cartoccio, dove le mettiamo? E le jacket potatoes inglesi con il cheddar? Va beh...

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Proviamo allora a dare un po’ meno per scontato questo tubero della famiglia delle solanacee (Solanum tuberosum), originario del Perù, Bolivia e Messico e coltivato già 10mila anni fa da aztechi e incas (che no, non si sono estinti per colpa sua). Quando gli spagnoli la scoprirono e assaggiarono decisero di importare la patata in Europa dove venne paragonata, come sapore, alle castagne. In Italia è arrivata nel XVI secolo e da allora non l’abbiamo mai più tolta dalle nostre tavole. Le patate si sono diffuse in tutto il mondo in tempi brevissimi e ora sono al quarto posto fra gli alimenti più consumati del pianeta: tutto questo non può dipendere solo dal fatto che sono buone. I nutrizionisti, infatti, sono costretti a spiegare spesso che un’altra scorta di nutrienti a lunga conservazione paragonabile alla patata è difficile da trovare. Sono come delle barrette, ma fornite dalla natura. Uno dei luoghi comuni più duri è quello sull’altro contenuto di carboidrati. I carboidrati delle patate, però, sono presenti soprattutto sotto forma di amidi, di cui buona parte è resistente agli enzimi dello stomaco, per cui nell’intestino possono fare l’effetto spazzino delle fibre. Non male, no?

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Tra i benefici delle patate, le vitamine su tutti. Sì, le guardiamo, ci sembrano insignificanti, e invece contengono Vitamina C, Vitamina A, Vitamina B6 e Vitamina P. La Vitamina C è facilmente deteriorabile con le lunghe cotture, ma – okay, sembra assurdo – rimane quasi intatta con la frittura, perché è più rapida. Per cui una frittura di patate con olio di oliva di qualità, domestica, e tamponata da carta assorbente, è calorica ma fornisce una bella quantità di vitamine (sì, vi stiamo dicendo che le patatine fritte, ben fatte, ogni tanto fanno molto bene). Smentiamo pure la leggenda delle incredibili calorie delle patate. Ne hanno solo 71 per 100 grammi. Dai. La mela ne ha 52. Al 75%, poi, la patata è composta d’acqua. Ad aggiungere calorie sono i condimenti, anche perché assorbe l’olio come una spugna. Ma provate a mangiare come snack, a dieta, una patata bollita e scondita e provate a dire che non sia buona. Lo è, e sazia molto. Una cosa che in pochissimi sanno è che la buccia delle patate è commestibile ed è la parte migliore, perché la maggior quantità di nutrienti si trova a contatto con la buccia, e rimuovendola si buttano via. Prima di cuocerle non andrebbero mai pelate, ma solo spazzolate bene sotto l’acqua per rimuovere residui di terra.

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Le patate non contengono proteine, poco o niente. Amen, ce ne faremo una ragione perché non si vive di sole proteine (anche la pasta ne scarseggia). In genere gli alimenti che contengono molte proteine alzano i livelli di acidi urici nel sangue e possono provocare calcoli renali. La patata è uno degli alimenti più adatti in questi casi, invece, perché anche se contiene calcio e ferro, che non sono il massimo per i calcoli renali, fornisce così tanto magnesio da annullarne gli effetti negativi e inibire le calcificazioni. E poi stimolano la buona digestione. Quando stiamo male di stomaco, è uno degli alimenti che cerchiamo istintivamente perché calma le infiammazioni gastrointestinali. Abusarne può causare acidità, ma qualsiasi alimento fa male in eccesso. Mangiarle con la giusta regolarità, anche questo lo sanno in pochi, fa miracoli per la pelle. Oltre alle vitamine, di cui la A è una delle più importanti per la pelle, nella patata ci sono molti sali minerali: potassio, magnesio, fosforo, calcio e zinco e anche ferro. Noi siamo quello che mangiamo perché i nutrienti del cibo vanno a comporre nuove cellule, e i minerali servono, servono tanto. Le vitamine contenute nelle patate possono aiutare a limitare fastidi come le labbra screpolate e le gengive che sanguinano. I minerali invece aiutano a mantenere anche ossa sane. Un tip extra alimentare: la patata lessa schiacciata e mescolata con miele è una maschera viso ricostituente (e sottovalutata).

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Le patate sono ideali per chi soffre di ipertensione, tranne per quelli che soffrono di diabete. La fibra che contengono riduce il colesterolo, mentre il potassio fa da vasodilatatore. Tutto questo contribuisce ad abbassare la pressione sanguigna. Il ferro, il complesso di vitamine B, i carboidrati contenuti nelle patate compiono anche un altro miracolo: mantengono l’efficienza del cervello, che grazie a questi elementi si ossigena meglio. Anche qui, il potere vasodilatatore del potassio gioca la sua partita. Basterebbe tutto questo a riabilitare nel nostro immaginario la patata. Si può aggiungere che a parte quella classica, bianca, ce ne sono varietà colorate di rosso e di nero che regalano qualche proprietà in più. Il colore dipende infatti dagli alti livelli di antiossidanti flavonoidi e vitamina A, come zeaxantina e caroteni, che possono proteggere da molti tipi di cancro. Per concludere questa ode alla patata, si può aggiungere che uno studio ha dimostrato nelle patate anche la presenza di un composto chiamato quercetina, con spiccate proprietà antitumorali. Ma le patate con i germogli sono velenose? In realtà, essendo una solanacea, la patata è tossica quando cambia drasticamente colore. Di sicuro i germogli vanno sempre rimossi e sarebbe meglio consumarla prima che spuntino: si tratta di una difesa che ha sviluppato nella sua evoluzione, si riempie di solanina tossica nel momento in cui la pianta è più vulnerabile, in modo da uccidere i parassiti che la attaccano. Ma trattata bene, mangiata correttamente, la patata è solo una buona amica. E non va eliminata dalla dieta.