Sul cibo disgustoso si potrebbero elencare abbinamenti surreali -cozze e nutella o caffè con la maionese (ah no questo era pure buono)- passando per insetti fritti e frutti puzzolenti come il durian. E adesso esiste anche il museo dei cibi più disgustosi al mondo dove trovarli in un colpo solo. Il Disgusting Food Museum si è occupato di catalogare gli 80 cibi più disgustosi, schifosi, rivoltanti di tutto il mondo. A giudizio quasi universale, sia chiaro. Alimenti che rischiano di far iperventilare e prendere rapidamente la via delle toilettes anche solo evocando il gusto che potrebbero avere. Ma i veri curiosi possono mettere alla prova le papille gustative andando direttamente a Malmö, in Svezia.

“Il senso del disgusto è legato alla biologia. Devi comunque attingere dalla tua formazione per capire ciò che trovi ributtante” ha raccontato il fondatore del museo Samuel West, psicologo, al New York Times. Gli ha fatto eco l’antropologo del cibo Hakan Jonsson dell'Università di Lund: “Il disgusto è il risultato della combinazione di fattori culturali e biologici. Quando tocca al cibo, è difficilissimo comprendere cosa sia biologia e cosa sia cultura. Puoi dire che qualcosa è disgustoso ma sarà un punto di vista personale”. Il senso del disgusto è una delle prime emozioni che l’umano impara a conoscere, ed è anche una delle principali discriminanti su ciò che scegliamo di mangiare. Un cibo potrebbe non essere ributtante di per sé; è la percezione del singolo o di un gruppo, in base al proprio gusto, a descriverlo di volta in volta come tale. In alcuni paesi del mondo gli insetti sono considerati prelibatezze uniche, in altri il pensiero di mangiare ragni o formiche fritte potrebbe causare un rigetto immediato. Ma l’amplissimo discorso aperto sulla nutrizione a base di insetti commestibili è centrale: la produzione della carne ha un altissimo impatto ambientale e non basta per i miliardi di persone nel mondo. Non è che gli insetti siano il cibo del futuro, non è così scontato, ma la riflessione è giustamente aperta. Anche se proprio vi si rivolta lo stomaco a pensare di mangiarli.

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Considerare i cibi disgustosi è anche un fatto culturale: la prelibatezza della trippa alla romana sarà vista come ributtante da chi non l'ha mai mangiata. Entrano in gioco tantissime variabili, dal gusto (c’è chi detesta così tanto il coriandolo fresco così predominante nelle cucine asiatiche da definirlo “sapone per piatti”) fino alla cultura (il natto non conquista proprio il favore di tutti) o alla religione (indimenticabile la lunghissima polemica che nel 2017 investì i carciofi alla giudia visti come impuri da parte di inflessibili rabbini israeliani). Un gioco di equilibri che da soggettivi cercano di diventare obiettivi.

Classificare e definire quali sono i cibi disgustosi nel museo è stato un lavoro minuzioso: profumo, consistenza, preparazione, sapore hanno giocato un ruolo importante nella selezione che affolla il Disgusting Food Museum. Anche il rapporto e l'impiego di animali ha avuto il suo ruolo centrale, per questo il maiale è molto presente. E per molti è stato uno shock scoprire che il loro amatissimo cibo puzzolente o quel piatto dell’infanzia fosse messo in esposizione per la pubblica curiosità: “È stato divertente vedere come le persone difendessero il loro cibo preferito. Non ci credevano che avessimo messo quei cibi in un museo di questo tipo” ha svelato Andreas Ahrens, il direttore del museo.

Una volta preso l’apposito biglietto (che, non a caso, è un praticissimo sacchetto per il vomito da sfruttare in casi emergenziali), si entra nel percorso Ikea designed dei cibi più disgustosi al mondo: nell’elenco non manca il locale surströmming, aringa fermentata che in Svezia si consuma solitamente in estate. Le reazioni dei visitatori al suo odore pungente vengono catturate da una macchina fotografica apposita, così come non manca un vero e proprio "altare di formaggi puzzolenti". In esposizione si trovano cibi molto comuni come la Vegemite, la crema densa di vitamina B amatissima dagli australiani che la spalmano ovunque dalla colazione alla cena, o la root beer americana che piace solo agli statunitensi.

I valorosi possono assistere al video con la preparazione dell’haggis, simbolo della tradizione culinaria scozzese: interiora di pecora mescolate con farina d’avena e insaccate nello stomaco dell’animale, poi in brodo per tre ore, da mangiare con patate e un bicchiere di whisky. Ma l’onore e gloria vanno anche all’italianissimo casu marzu, il formaggio con i vermi che si prepara in Sardegna (illegalmente), o al devastante hákarl islandese. Preparato con carne putrida di squalo, ha messo a durissima prova persino il compianto Anthony Bourdain che lo definì “la cosa peggiore che abbia mai mangiato”, e Gordon Ramsay che dopo un assaggio particolarmente distruttivo rischiò di vomitarlo in un secchio. Il museo dei cibi più disgustosi del mondo vi aspetta. Se avete stomaco, naturalmente.