Erbe profumate, erbe per cucinare, piante aromatiche: chiamatele come volete, tanto loro non si offendono perché sono qui per servirci, per profumare i nostri piatti e la nostra vita, per rendere le ricette speciali e, fatto non trascurabile, per portare dei benefici alla nostra salute. Nel centro-sud dell’Italia gli aromi da cucina li chiamano “odori”, spesso i negozianti ne infilano qualcuno nel sacchetto delle verdure che abbiamo appena comprato, come un gentile omaggio: il prezzemolo, il sedano, il basilico. Queste le conosciamo tutte, così come l’alloro, la maggiorana, l’origano e sappiamo che aggiungere spezie al cibo permette di ridurre la quantità di sale, oltre che ad aiutare a saziarsi prima. Ma ce ne sono alcune meno utilizzate, unconventional, di cui spesso sentiamo aroma e sapore quando mangiamo in ristoranti speciali, etnici, esotici, sperimentali, insomma, quelli per chi ha gusti curiosi, e dopo averli provati ne diventiamo anche degli affezionati ammiratori. Peccato che spesso non sappiamo nemmeno che nome abbiano. Proviamo a identificarne qualcuno in una sorta di elenco di piante aromatiche non scontate, foglia dopo foglia, per aggiungerli alla lista della spesa o per procurarseli in un buon vivaio.

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Aneto. Avete mai mangiato nel ristorante Ikea? Se sì, è probabile che oltre alle salsine di mirtillo e le polpette Kötbullar abbiate provato il salmone Gravad marinato con salsa d’aneto e che vi sia piaciuto parecchio. Di tutti gli ingredienti che ci sono dentro, infatti, è proprio l’aneto quello che lo rende speciale. Piantina semplice, simile al finocchio selvatico, l’aneto ha bisogno di clima mite e un po’ di cure se coltivato in casa. Tuttavia si trova essiccato in tutti i supermercati e se lo si compra ci si stupirà di quanto spesso finiremo per usarlo, soprattutto sul pesce. La proprietà più spiccata dell’aneto? È un efficace digestivo, per cui aiuta a digerire bene i piatti in cui viene utilizzato ed è un buon aiuto contro i dolori mestruali. Inoltre contiene un potente antiossidante, i monterpeni, ai quali vengono attribuite proprietà antitumorali. Non è poco.

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Lavanda. Non avete mai usato la lavanda come spezia da mangiare? Pensavate che fosse utile solo per fare saponette e profumi? Invece la lavanda si può usare in cucina, eccome. Ci si prepara un ottimo risotto aromatico, rende particolari gli arrosti e i dolci e si beve anche in tisana. Così come una spiga di lavanda sotto il cuscino aiuta a favorire il sonno con il suo profumo, anche la tisana ha un forte potere antistress e calmante. Non bisogna esagerare con la quantità perché può risultare forte di sapore e profumo, ma aggiungere al cibo della lavanda è utile anche contro il gonfiore addominale, è di aiuto contro la bronchite e allevia i dolori reumatici. E ovviamente, lascia l’alito profumato.

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Balsamita. Non si trova facilmente nei negozi, per cui la cosa migliore da fare è ordinarne un vasetto da un vivaista e coltivarla in casa. Oppure farsi insegnare dalle signore di paese come riconoscerla nei campi. Nel centro Italia viene chiamata a volte erba buona, o erba di San Pietro o (per parità di genere?) erba della Madonna, oppure “basilico d’inverno”, anche se col basilico non ha niente a che fare. La balsamita è infatti un’Asteracea, quindi della famiglia dei crisantemi e della camomilla. Pare sia efficace negli attacchi di panico, oltre che essere digestiva e di aiuto nelle bronchiti. In cucina si utilizza per fare un buonissimo liquore aromatico, ma è buona praticamente in ogni piatto, compreso il ripieno dei ravioli, anche se dà il meglio di sé nella frittata. Da provare.

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Erba cipollina. Di tutte le erbe di cui parliamo qui è forse la meno misteriosa perché si sta diffondendo molto. Il motivo? Porta la stessa profumazione golosa della cipolla senza tutti i suoi effetti collaterali tra cui le lacrime e l’alito che rende inavvicinabili(ci sarà un motivo per cui la regina Elisabetta non la mangia mai). L’erba cipollina è ricca di vitamine e di sali minerali, è diuretica e stimola la peristalsi. I suoi utilizzi sono molteplici, sia in sostituzione della cipolla, nei risotti, nelle preparazioni a base di formaggio, nei primi – provatela nella pasta al salmone e panna – che in piatti particolari. Ma il meglio di sé l’erba cipollina lo dà nella Kartoffelsalat, l’insalata di patate tedesca con la panna acida. Va assaggiata almeno una volta nella vita.

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Dragoncello. Così come la balsamita, anche il dragoncello appartiene alle Asteracee ed è una pianta perenne. È originaria dei paesi dell’Est, per cui non la si trova come erba spontanea nei nostri prati, ma si può comprare sia al supermercato, essiccata, che al vivaio in vaso, dove viene venduta anche col nome di Estragone perché gli si attribuiva la proprietà di guarire dal morso dei draghi (cosa che nessuno ha mai confermato, probabilmente). È popolare nella cucina toscana ed è conosciuto come un buon rimedio popolare per curare mal di gola, mal di denti (in tempi in cui la soglia del dolore era molto più alta, non provateci ora) e fra tutte le spezie, è quella che può aiutare di più a evitare il sale, perché suscita un’illusione gustativa molto simile. La ricetta più famosa che gli si può associare? Il pollo al dragoncello. Ma sta bene su tutto: uova, insalate (soprattutto con i finocchi), sul pesce e nei ceci. Provare, provare, provare.

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Cumino. Una bella ombrellifera di grande modestia e molte proprietà di cui abbiamo già imparato i benefici bevendo l’acqua al cumino. Da quando anche da noi è esplosa la moda della cucina etnica abbiamo imparato a riconoscerne il sapore nei felafel di qualità. Ma spesso la assaggiamo sul pane, o in altre ricette di tutto il mondo, dato che è uno degli ingredienti principali del curry. Una prova che possiamo fare al prossimo Capodanno è quella di aggiungerlo alle tradizionali lenticchie (gli ospiti si chiederanno perché sono così particolari). Di sicuro, con tutte le proprietà che ha, grazie al contenuto in ferro e antiossidanti – e anche una sospetta capacità di favorire il dimagrimento – non sarà l’unica cosa di cui dovremo ringraziarlo (e per cui tenerlo in casa).