"Non preoccuparti del futuro, oppure preoccupati ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewing-gum per risolvere un’equazione algebrica". Cento punti a chi ha ricordato subito il monologo finale di The Big Kahuna, un film diventato cult non tanto per la storia che si svolge tutta in una stanza d’albergo, quanto per una serie di perle di saggezza contenute in questo brano. E una di queste tira in ballo il chewing gum, o la gomma da masticare, come preferite chiamarla, perché masticare una gomma è uno degli atti che compiamo con più noncuranza che mai, in perfetta modalità automatica, anche se la scienza non è riuscita ancora a scoprire perché lo facciamo, parte ipotizzare che sia un modo per calmare stress o fame.

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Perché mastichiamo la gomma? Il chewing-gum è popolarissimo, diffusissimo, le persone che non ne hanno mai masticato uno si contano sulla punta delle dita in tutto il mondo eppure sono altrettanto in pochi a farsi domande sugli ingredienti con cui è fatta una gomma da masticare, chi l’ha inventata e quando, e soprattutto se è vera la famosa leggenda secondo cui se inghiotti per sbaglio una gomma poi si appiccica da qualche parte e resta lì per tutta la vita o minimo sette anni, che poi chissà perché proprio sette. Proviamo a scoprire tutto, una volta per tutte.

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Jane Fonda, 1960

Storia della gomma da masticare. L’abitudine di masticare cose da non inghiottire non è recente. Migliaia di anni fa già si masticavano foglie (ad esempio quelle di coca) ma anche resine secrete dagli alberi. Una di queste veniva dall’albero della gomma, la Hevea brasiliensis che mandò fuori di testa i conquistatori spagnoli alla fine del 1400 alla vista delle palle che ne facevano gli indigeni, e che rimbalzavano ovunque. Chissà cosa ci intravidero i primi colonizzatori italiani, dato che il calcio fiorentino si giocava con le palle di stracci. Pare comunque che persino sulle rovine Maya in Messico ci siano resti di gomme da masticare schiacciate, come sui marciapiedi delle città moderne. Il primo brevetto per produrre gomma da masticare è stato registrato nel 1869, negli Stati Uniti, da un signore di nome Amos Tyler, ma pare che non mise mai in cantiere il progetto. A rilevare il brevetto del chewing gum e a metterlo in commercio è stato infatti un dentista dell'Ohio, William Finley Semple e fra gli ingredienti che contenevano le prime gomme c’erano il carbone e (gasp!) il gesso. Secondo altre fonti, invece, nello stesso anno è stato un generale messicano ad avere l’idea dei piccoli pezzetti di gomma da rigirare fra i denti e affidò così allo scienziato Thomas Adams il progetto, ma questo si limitò a riuscire ad aggiungervi l’aroma alimentare.

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Cosa c’è nella gomma da masticare? La gomma a cui siamo arrivati dopo vari tentativi contiene pochissimi ingredienti: alcune marche contengono ancora la gomma ricavata dalla pianta tropicale Manilkara chicle, che produce la cosiddetta “gomma base”, ma oggi si preferisce la gomma arabica, poi lo zucchero o il dolcificante, gli aromi e qualche additivo ovvero coloranti o antiossidanti intorno ai quali nel tempo si sono anche sollevate delle polemiche riguardo gli effetti sulla salute, ma che gradualmente sono stati scelti tra quelli più compatibili con l'organismo. Gli ingredienti vengono miscelati in un mixer fino a quando non ha la consistenza della pasta del pane, poi l’impasto viene steso e tagliato nei pezzi previsti. Fino a qualche decennio fa erano principalmente in striscioline o piccoli parallelepipedi, poi con il progresso si è trovato il modo di confettarle. L’ultimo passaggio consiste nel confezionamento, dalla carta alla plastica secondo la marca. Niente di misterioso quindi. Cosa succede infine alla gomma inghiottita malauguratamente? Nulla. Il nostro apparato digerente assimila tutto ciò che si porta dentro di commestibile ed espelle, insieme agli scarti di ciò che abbiamo mangiato, come le fibre vegetali, la parte gommosa non assimilabile che poi, ormai è ridotta proprio a poco, rispetto alle prime, primissime gomme da masticare. Niente paura, quindi.

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