Certo è che una ragazza che se ne intende di birra, un po' come una che se ne intende di calcio, fa un certo effetto sull'immaginario maschile. E poi diciamocelo chiaro, ci siamo stufate di lasciare la scelta del locale in mano a lui, col rischio di trovarsi in uno di quei ristorantini super chic dove sentirsi a disagio è il piatto forte del menu. Per questo una buona strategia è puntare sul mondo della birra e birrerie artigianali, che ormai hanno spopolato e si sono rifatte il look. Localini di tendenza che possono essere perfetti per un'uscita rilassata, con la giusta atmosfera, cibo (fai da te) e alcool di qualità.

Per aiutarci nella giungla di appuntamenti e caos urbano ho stilato una top 3 di locali a Milano dove bere e comprare ottima birra artigianale, sgranocchiando qualcosa. E se lui non cade ai vostri piedi dopo che l'avrete portato da Bere Buona Birra, Hops Beer Shop, Shallo allora... potrete almeno consolarvi con un secondo giro!

#1 Bere Buona Birra

Non troppo lontano dai localini di Porta Romana c'è questa piccola, ma super curata, birreria. L'atmosfera è rilassata, tanto da far esclamare al ragazzo con cui sono: «Ma è bellissimo: sembra un coffee shop». In realtà, l'ambiente è luminoso e piacevole in ogni minimo dettaglio: bancone in legno chiaro con birre alla spina, tavolate con sgabelli e piccoli cactus colorati a centrotavola, frigo strabordanti di birre artigianali sul fondo. Alle pareti: graffiti, targhe (tra cui la benaugurate Beer helping ugly people have sex since 1862) e mensole ricavate da bancali, con libri.

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Ma veniamo al sodo: la scelta della birra. È qui che dobbiamo fare bella figura e farci vedere (un minimo) preparate. Quindi se, dopo dieci minuti davanti al frigo a fissare le fighissime etichette, non arrivate ancora a una conclusione, potete semplicemente optare per la birra dal design più particolare. Tanto sono tutte buone e artigianali. Alla spina prendiamo una Pils del birrificio norvegese Ute e una Tropical Bomb romana, agli esatti opposti: la prima leggera (ma assolutamente non "sciacquatura di piatti") la seconda molto luppolata (quindi con quel sapore quasi di mango e frutta esotica) che ti inganna per poi esplodere coi sui 8 gradi. Consiglio dalla regia (provato sulla mia pelle): se volete mantenere un certo aplomb, quella più pesante fatela prendere a lui.

Punteggio: 9 su 10, perché se lui è un tipo tranquillo ma attento a ciò che è buono e di tendenza, è fatta.


#2 Hops

Il nome, che può sembrare insolito, significa semplicemente luppolo. Nei dintorni si respira l'aria impomatata di Moscova, ma poi gira che ti rigira, arrivi davanti a un'insegna in sughero e una minuscola vetrina, dietro cui c'è questo beershop di pochissimi metri quadri. Pareti ricoperte di birra, un bancone con bici appesa, rivestimenti in sughero e qualche, ottima, birra alla spina sulle lavagnette nere. Se, come me, capitate da Hops mentre trasmettono una partita dell'Inter, lo shopping sarà caotico, ma ne varrà la pena. Tra tutte le bottiglie e lattine, una stout al tiramisù è la prescelta da portare a casa come souvenir.

Menzione d'onore alla Breaking Hops del birrificio M.C. 77, una double IPA amara e agrumata, con Heisenberg sull'etichetta. Punto forte sono due panchine a lato dell'ingresso che permettono di chiacchierare tranquillamente. Io mi siedo e sorseggio una Biere de Garde, del birrificio milanese Extra Omnes, rossa morbida servita rigorosamente in un calice belga. Se il tempo lo permette, puoi ordinare qualcosa da asporto in uno dei tanti localini vicini e mangiarlo lì. Ideale per un appuntamento primaverile/estivo con passeggiatina a seguire. In inverno però non potrete togliere il giubbotto e rivelare l'outfit che (anche se non volete ammetterlo) avete studiato per tutto il giorno.

Punteggio: 7 su 10, penalizzato solo e soltanto dal fattore stagionale-outfit.


#2 Shallo

Nel locale si sente eccome lo stile Navigli, if you know what I mean. Pur essendo un po' fighetto - tavoli rigorosamente bianchi e lucidi, luci soffuse, pareti azzurrine immacolate e arredamento minimal - Shallo ha il suo perché. Uno su tutti: oltre all'assortimento di birre in bottiglia e alla spina, in uscita c'è anche un distributore automatico di lattine artigianali. L'imperial blanche che prendo si chiama Hangover (e in effetti potreste risentirne un po' il giorno dopo) è del birrificio Altotevere e non è la solita blanche per cui sembra che ti abbiano svuotato una boccetta di profumo nella birra. Lui prova una American IPA del birrificio Hammer.

Capisco che è amore quando ci guardiamo e decidiamo che è ora di sfruttare la possibilità di prenderci la cena d'asporto da uno dei tantissimi ristoranti vicini. Indecisissimi tra pizza gourmet e carbonara decido di chiedergli di sposarmi quando facciamo uno e uno, con la promessa di un assaggio vicendevole. Non è la solita cena nel ristorantino specchiato, infatti è meglio.

Punteggio: 8 su 10, perché cena d'asporto in birreria is the new cena nel ristorante stellato.