Santi protettori delle scaglie di Parmigiano Reggiano, poggiate quella lama a mandorla e preparatevi ad assaggiare anche altro: ai World Cheese Awards i migliori formaggi del mondo non sono solo italiani. Anzi, la vera sorpresa assoluta arriva dal freddo freddissimo di Danimarca, Svezia e Norvegia: l'Eurovision di mucche, pecore&co. D’Italia ce n’è molta, anche se non ai primi posti. Magra OPS consolazione per gli estimatori di uno dei più antichi segreti della fermentazione, per gli sniffatori del peccato di gola più godurioso, per quei produttori testardi che lavorano sui formaggi di qualità. Perché sì, i formaggi migliori non si trovano al supermercato: al massimo in qualche alimentari che si impegna nella ricerca più attenta, o in qualche silenzioso casaro che preferisce il pascolo alle gare (o ai social).

Per amor di precisione, la classifica premia in ordine la Norvegia (primo e terzo posto) e la Francia. Il formaggio migliore al mondo è un gouda di latte vaccino, il Fanaost Aged-Gouda, e si prepara con il latte di 12 mucche selezionate (delle quali forse potremmo persino conoscere anche il nome, se lo chiedessimo) che pascolano a Ostegården, a 22 km dalla poetica cittadina di Bergen. Qui le placide vacche si cibano di 14 tipi di erbe spontanee differenti che danno sfumature inconfondibili al sapore del latte, come ha raccontato il loro fattore Jørn Hafslund al Guardian. Un latte naturalmente dolce, profumatissimo, praticamente perfetto. Che nella produzione del formaggio perfetto per i toast (eh) acquista ancora più delicatezze di sapore. Tutti i giudici che hanno assaggiato questo specialissimo gouda sono stati concordi sui parametri che dovevano stabilire quale fosse il vincitore assoluto del campionato cheese-only, dal sapore alla consistenza, l’amabilità, persino la possibilità di grattugiata (ebbene sì). Essendo prodotto in edizione limitata per la (poca) quantità di latte disponibile, è andato sold out praticamente nel giro di pochissime settimane: non si possono sfruttare ulteriormente le placide vacche che ne hanno reso possibile la preparazione. Più o meno lo stesso principio produttivo del formaggio al secondo posto, l’Agour Pur Brebis AOP Ossau Iraty dei francesi che viene lavorato dal puro latte di pecora crudo per mantenere un’elevata cremosità e si annuncia con un sincero retrogusto di nocciola. Sempre la Norvegia ha chiuso il podio, non senza sorprese, grazie stavolta ad un caprino tradizionale di color caramello, l’Helfeit Brun Geitost prodotto da Stordalen Gardsbruk. Tre formaggi completamente diversi per bouquet olfattivo e gustativo, ma in grado di alzare di una tacca in più i livelli delle produzioni casearie.

Altissime prestazioni anche per la Svezia e la Danimarca (rispettivamente in quarta e settima posizione), chiusura di classifica per la Spagna che marca il punto con il Majorero PDO curado con pimentón prodotto direttamente nelle Canarie. La Francia conquista anche la nona posizione con il formaggio di capra di Alain Jousseaume, il Taupinette Jousseaume ricoperto dall’iconico velo di carbone nero che ne ammorbidisce il sapore. Eppure il resto della classifica è di piena soddisfazione italiana, che piazza in proporzione il maggior numero di formaggi migliori pur avendo mancato il podio. Le soddisfazioni ci sono state eccome: il Pecorino Riserva del Fondatore del Caseificio Fiorin (5°), il Baffalo Blu del Caseificio Defendi (un erborinato tipo il gorgonzola ma prodotto con latte di bufala) e il caciocavallo dell’Azienda Agricola e Zootecnica Posticchia Sabelli in Calabria (che, va detto, potrebbe essere anche il formaggio migliore per hamburger se volete provare qualcosa di diverso dallo stinto cheddar). Ottimi piazzamenti che dimostrano come la tradizione fortissima della produzione di ottimi formaggi italiani famosi sia ancora un vanto speciale. E c’è anche una ragione di più: i prossimi World Cheese Awards 2019 si terranno a Bergamo, prima città d’Italia a ospitarli in 32 edizioni. E chissà che quest'anno non tocchi ad un formaggio tradizionale italiano l'onore del primo posto.