Oggi andiamo leggeri, a merenda giusto un goccio di succo di mirtillo che fa bene alla vista ed è pieno di cose che fanno bene. Chissà quante volte si ripete mentalmente questa frase prima di fare un salto al bar, o al distributore di bibite dell’ufficio, o semplicemente aprendo il frigo. Come in molti sanno già, siamo nell’era della propaganda alimentare basata sul termine “senza”, che si contrappone al “con” che ha imperato dagli anni 60 fino a poco fa. Dalle barrette di cioccolato e le merendine con più latte, lo yogurt con fermenti lattici vivi miracolosi ed esotici, le bevande vegetali con calcio, siamo passati ai biscotti senza olio di palma, senza ingredienti derivati animali, senza zucchero aggiunto. Per quanto riguarda il succo di mirtillo, si sa che è fat free e senza sodio. E il resto? Vediamo come è composto un succo concentrato di mirtillo.

Tanto per cominciare, contiene mirtillo nero, che sembra una cosa banale da dire ma più avanti scopriremo perché non lo è. I mirtilli proprietà ne hanno molte, sono il frutto più benefico per la protezione della vista, tanto che durante la Seconda Guerra Mondiale erano compresi nel rancio dei piloti della Raf, che spesso andavano in missione di notte. Questo dipende dall’alto contenuto di vitamine come la A, la C e la B e gli antociani che sono antiossidanti, migliorano la funzionalità di vasi sanguigni e tessuto connettivo, proteggono la produzione del collagene e il pigmento della retina. I mirtilli contengono anche preziosi sali minerali e prevengono le infezioni delle vie urinarie. Il succo di mirtillo ha in genere un costo elevato perché non si tratta di un frutto di facilissima reperibilità e perché per ottenerlo ne occorrono parecchie bacche.

Fino a qui tutto bene. Il problema però sta sempre nell’etichetta. Parecchi succhi in commercio, infatti, contiene anche altri ingredienti più comuni o per smorzare il sapore aspro che può risultare poco piacevole. Può contenere purea di patate dolci (soprattutto negli States), succo di carota (e ci può anche stare), succo di mela o d’uva. Questi tipi di succhi, però, aumentano la quantità di fruttosio, che se ingerito senza essere accompagnato alla fibra può costringere il fegato all’assimilazione più brusca, affaticandolo. Ma non è tutto: la maggior parte delle bottigliette che troviamo sullo scaffale del supermercato anche delle marche più famose, contiene molto zucchero aggiunto. Il normale saccarosio di barbabietola, lo zucchero da cucina, che ne aumenta l’apporto calorico e ne smorza i benefici, oltre a essere pericoloso per i diabetici. Questo comporta che un piccolo tetrapak con cannuccia di succo zuccherato, di quelli che si portano in borsetta, può contare anche 60 Kcal.

Ovviamente, l’aggiunta di ingredienti diluisce anche gli altri nutrienti. Un bicchiere di succo di mirtillo puro contiene un grammo di proteine e 23 gr di carboidrati, e mentre il primo può diminuire di percentuale, i secondi aumentano in base a quanto zucchero è stato aggiunto. Bisogna quindi controllare sempre la lista degli ingredienti, ma tenendo conto che anche il succo puro, soprattutto se concentrato, va inserito in un calcolo calorico preciso quando si è a dieta. Un bicchierone porta infatti, in media, intorno alle 110 calorie che possono farsi sentire (e vedere) se lo beviamo come se fosse acqua fresca, contando sul fatto che tanto porta la scritta “senza zuccheri aggiunti”. La buona notizia, però, è che non contiene grassi e ha un basso indice glicemico. Tutto sta nel prendere un piccolo accorgimento: sostituirlo a un altro alimento meno importante. Anche se la soluzione migliore resta sempre una: mangiare il frutto intero. Oramai, nei supermercati se ne trova quanto vogliamo.