Per quanto tempo Bridget Jones sarà il termine di paragone per qualsiasi cosa si voglia parlare? Forse ancora molto, molto a lungo, persino se vogliamo parlare dell’azione consolatoria per eccellenza: mangiare il gelato dalla vaschetta. La scena l’abbiamo vissuta tutti/e: serata solitaria, o al massimo con la/le amiche del cuore (gli uomini magari, quando sono da due in su attribuiscono la stessa funzione alla birra), film visto e rivisto ma sempre bello da rivedere, vaschetta di gelato, cucchiaio e niente più. E siccome sono pochi gli umani capaci di mangiare un’intera vaschetta, è innegabilmente frequente che ne rimanga un po’ che tornerà a fare il suo lavoro di leccornia fredda nel freezer. E il giorno dopo lo tireremo ancora fuori e lo mangeremo ancora fino a raschiare il fondo con la punta del cucchiaio per raccogliere le ultime gocce. Ma perché nessuno ci ha mai spiegato che questa NON è assolutamente una buona idea?

Cominciamo col motivo #1. Okay, è vero che se lo mangiamo solo noi, i germi che ci finiscono dentro sono i nostri germi e quindi, se li ritroviamo lì il giorno dopo non potranno mai farci male. Ma non è del tutto vero. I germi della bocca che trasferisci inevitabilmente dal cucchiaino al gelato possono prolificare nell’arco di tempo che passa fra quando smetti di mangiarlo e lo rimetti in frigo. Alcuni di loro sono anche indifferenti al freddo, per cui il giorno dopo, letteralmente, mangeresti un gelato con topping di microrganismi, e beh… de gustibus. Oltre ai batteri, nella saliva ci sono gli enzimi che svolgono la prima fase della funzione digestiva e quando li trasferiamo nel gelato, continuano a svolgerla anche fuori dal nostro corpo. Questo può alterarne il sapore. Quando poi lo rimettiamo in frigo, gli enzimi, fatti per vivere nel calore della nostra bocca, si denaturano e alterano, e la loro funzione si ferma, ma intanto il danno potrebbe essere stato fatto.

L’altro motivo per cui non si deve mai mangiare il gelato dalla vaschetta è una delle bestie nere degli specialisti di malattie infettive. I gelati si mangiano d’estate e d’estate fa caldo. Col caldo i batteri vivono meglio e si riproducono. I batteri della Listeria, la reginetta delle intossicazioni alimentari, si trovano molto bene nel gelato squagliato dove trovano tutto ciò di cui hanno bisogno. Il rischio che un gelato sciolto si contamini di Listeria esiste già nel tragitto fra il supermercato e la casa (infatti un buon supermercato mette sempre i surgelati vicini alle casse, in modo da essere presi per ultimi), ma diventa molto più alto ad esempio, sul tavolo in giardino, scoperchiato. Il batterio entra, si propaga, noi rimettiamo il gelato in frigo e il giorno dopo è pronto per regalarci una giornata da incubo. L’ultimo motivo per non mangiare gelato dalla vaschetta per poi rimetterlo in freezer è che, sciogliendosi, cambia la sua composizione. Il gelato non è semplicemente un aggregato di ingredienti che si condensano poi a bassa temperatura. Durante la preparazione viene mescolato per creare al suo interno delle microscopiche sacche d’aria (se chiudiamo gli occhi mentre lo mangiamo, sapendolo, possiamo quasi percepire le loro rottura) che lo mantengono morbido e piacevole. Quando si scioglie, l’aria si libera. E quello che mangeremo il giorno dopo averlo ricongelato, è tutta un’altra cosa, ma gelato non è. Insomma, mangiare il gelato dalla vaschetta fa male. La soluzione? Prendere SEMPRE il gelato dal freezer per trasferire la quantità voluta in una coppetta e riporlo subito dentro. Questo, non solo ne preserverà il gusto e l’igiene. Magari ci scoraggerà pure dall’impulso di finirlo tutto.