Capita di sentir dire “ho trovato un posto dove la frutta è veramente ottima, pensa che dopo 15 giorni è ancora buona” e magari ci fermiamo a riflettere su quello che l’altro non ha pensato: cosa è stato aggiunto a quella frutta per non farla marcire? Conservanti come la difenilammina, che mantiene costante la temperatura del frutto e riduce la sua perdita di peso, vengono irrorati normalmente sul raccolto in modo da farlo arrivare intatto nei supermercati, sono inodori e insapori ma non è chiaro se facciano bene o male. Se invece proviamo a comprare della frutta non trattata, quella biologica, la vedremo maturare rapidamente e addirittura marcire, se non la mangiamo in tempo. Nonostante i trattamenti che subisce, però, anche la frutta del supermercato, viene spesso gettata via da chi l’ha acquistata, perché non è terna e si è deteriorata. Diciamola tutta: compriamo più del necessario e questi comporta che nei paesi più sviluppati, come Europa e Stati Uniti, si getti via in media oltre il 50 percento della frutta comprata. Però la voglia di fare scorta per non andare tutti i giorni a fare la spesa rimane. E allora, come non fare andare a male la frutta in casa?

Qualcuno ha pensato a un modo. L’idea lascia un po’ perplessi, ma esplorando bene il sito dedicato a questo rimedio ci si tranquillizza. Si tratta di un’etichetta, proprio come quelle che troviamo di solito sulla frutta con la marca del distributore, ma che rilascia delle sostanze che impediscono al frutto di marcire per 15 giorni. La prima obiezione che viene in mente è: “okay, l’ennesima sostanza chimica. Invece pare proprio di no, anche se il suo creatore non svela ancora esattamente di che si tratti ma giura solennemente che il sistema è 100% naturale. Il creatore, appunto, è originario di Kuala Lumpur e si chiama Zhafri Zainudin. Insieme ad alteri due tecnici, Moody Soliman and Steve Hulteng, a cui si è poi aggiunto l’esperto di microbiologia molecolare, Patric Van Djck, ha sviluppato la sua scoperta che ora è in fase di crowdfunding e insieme contano di mettere in vendita il prodotto, che si chiama Stixfresh, il più presto possibile. Se veramente questa invenzione funziona, potrebbe ridurre drasticamente gli sprechi e forse avere un drastico impatto sull'ambiente e sul problema della nutrizione dei terrestri quando saremo davvero troppi, più o meno nel 2050.