In un tripudio di tri-bandiere, baci e festeggiamenti anticipati non appena si è saputo il numero due (il temutissimo René Redzepi del nuovo Noma di Copenhagen), la World’s 50 Best incorona Mauro Colagreco miglior chef al mondo , il ristorante Mirazur il numero uno dove mangiare. (Tutti a Mentone, d’ora in poi, le prenotazioni extra sono già cominciate). La speciale classifica voluta da San Pellegrino e Acqua Panna aveva allungato la lista dei migliori chef al mondo portandola appositamente a 120 in occasione dei 120 anni del marchio, oltre ad aver rinnovato i criteri di ingresso e istituito la hall of fame dei più grandi. Ma la tensione per l’annuncio definitivo resta sempre la stessa. Avvolto nella bandiera argentina, italiana e brasiliana, Mauro Colagreco entra così a far parte automaticamente del gruppo che comprende Massimo Bottura, Heston Blumenthal e colleghi vari, spianando la strada alla World’s 50 Best 2020.

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Courtesy World's 50 Best

World’s 50 Best 2019, la mappa dei ristoranti. La cartina eterogenea dei 50 migliori ristoranti del mondo assegna il maggior numero di locali in elenco alla Spagna (7 ristoranti, di cui 3 nelle prime dieci posizioni, praticamente un plebiscito), seguita da USA (6) e Francia (5). Ancora non elevatissima ma già forte anche la presenza dell’Asia, con la grande riconquista della Russia che piazza due locali nella top 50, e la variegatissima eccellenza che viene dal Sudamerica, col Perù che mette i suoi due ristoranti migliori direttamente nella top 10. Ottimi segnali anche da Brasile, Colombia e Sudafrica. Da segnalare che il Gaggan di Gaggan Anand, miglior ristorante in Asia prossimo alla chiusura come promesso, è comunque al quarto posto in classifica.

World’s 50 Best 2019: e l’Italia? Massimo Bottura ci ha dato lustro per anni, ma ormai è non può più partecipare. A scorrere la classifica dei migliori 50 ci si consola con la presenza di Enrico Crippa di Piazza Duomo ad Alba, al 29esimo posto, e di Massimiliano Alajmo con Le Calandre di Rubano (PD), due posizioni sotto. La realtà però fa pensare: Crippa ha perso 13 posizioni (nella classifica 2018 era 16esimo e si tifava molto perché salisse ancora), Alajmo solo 8. Brucia tantissimo il 51esimo posto di Niko Romito e del Reale di Castel di Sangro, scesi di 15 posizioni dopo le alte speranze delle precedenti classifiche. Ad allargare la presenza italiana nella top 120 ci sono per fortuna anche delle meravigliose new entry: Mauro Uliassi dell’omonimo Uliassi di Senigallia, fresco di tre stelle Michelin, e Riccardo Camanini del Lido 84 a Gardone Riviera, che ha vinto anche il premio One To Watch di quest’anno. Chiude l’elenco italiano Norbert Niederkofler alla posizione 116 con il suo St. Hubertus a San Cassiano. Un po’ di Italia anche con il 107esimo posto di Luca Fantin, chef del ristorante Bulgari a Ginza, Tokyo. Ma domande da farsi ce ne saranno, sul piano internazionale.

World’s 50 Best 2019: chi entra, chi rientra. Quest’anno si è assistito al ritorno sulla scena di alcuni ristoranti europei molto amati che per vicissitudini varie erano spariti dal precedente elenco: il Frantzén di Stoccolma (21esimo), l’Hof Van Cleve in Belgio (43) e il De Librije in Olanda (46) hanno riavuto i loro posti d’onore. Tra le nuove entrate, la più alta è stata quella di René Redzepi con il Noma di Copenhagen, arrivato alla numero 2, e la più proficua quella del ristorante Azumendi dello chef basco Eneko Atxa, che ha guadagnato 29 posizioni.

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Asier camacho/World's 50 Best

World’s 50 Best, dove sono le donne chef? Le dolenti note continuano e anche in questa edizione non potevano mancare. Il premio da migliore pasticciera è andato a Jessica Préalpato, ma il ristorante di Alain Ducasse dove crea le sue magie sans sucre è “solo” in 16esima posizione. La migliore chef donna Daniela Soto Innes è al numero 23 col suo Cosme, non proprio un piazzamento prestigioso visto che è quasi a metà classifica. Dominique Crenn dell’Atelier Crenn è 35esima, Ana Ros 38esima con Hiša Franko, Clare Smyth 66esima con il Core. Le questioni di genere sussistono, pur se in casa World’s 50 Best hanno intanto raggiunto la parità tra i 1040 votanti.

World’s 50 Best: tutti i vincitori

Miglior ristorante al mondo: Mirazur (Mentone, Francia) - chef Mauro Colagreco
Highest New Entry: Noma (Copenhagen, Danimarca) - chef René Redzepi
Westholme Highest Climber (+29): Azurmendi (Larrabetzu, Spagna) - chef Eneko Atxa
Miele One To Watch: Lido 84 (Gardone Riviera, Italia) - chef Riccardo Camanini
American Express Icon Award: José Andrés
The World’s Best Pastry Chef: Jessica Préalpato
The World’s Best Female Chef: Daniela Soto-Innes
The Art Of Hospitaliy: Den (Tokyo, Japan)
Chefs’ Choice: Alain Passard (L'Arpége, Parigi)
Sustainable Restaurant Award: Schloss Schauenstein (Fürstenau, Svizzera) - chef Andreas Caminada

World's 50 Best: la top 10

  1. Mirazur (Mentone, Francia
  2. Noma (Copenhagen, Danimarca)
  3. Asador Etxebarri (Atxondo, Spagna)
  4. Gaggan (Bangkok, Thailandia)
  5. Geranium (Copenhagen, Danimarca)
  6. Central (Lima, Perù)
  7. Mugaritz (San Sebastian, Spagna)
  8. Arpège (Parigi, Francia)
  9. Disfrutar (Barcellona, Spagna)
  10. Maido (Lima, Perù)
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Jonathan W/World's 50 Best