Chi ha rinunciato alla carne da abbastanza tempo per ricordare il sapore del primo hamburger vegetariano? Anche senza aver mai provato a mordere della segatura pressata, il loro sapore la faceva subito venire in mente. Un sacrificio che doveva far meritare una vita lunga e felice senza colesterolo, e almeno un posto in paradiso, subito dopo. Dopo quei prototipi, le aziende produttrici di alimenti per vegetariani hanno poi cominciato a produrne di nuovi tipi, poco per volta, sempre più saporiti sempre più difficili da distinguere da quelli veri, anche perché una volta infilati in un panino con pomodoro, cetrioli, foglia d’insalata e salsina, la confusione sulle papille è tanta. Quando ancora non c’era l’urgenza di ridurre l’impatto ambientali degli allevamenti, le motivazioni per decidere di rinunciare alla carne erano soprattutto di tipo animalista, ma anche salutista. Virare verso una dieta veg sembrava la soluzione più semplice di sempre per conquistare in poche mosse la linea, la salute e la felicità. Ma siamo proprio così sicuri che un hamburger vegano non sia junk food?

La bomba l’ha lanciata la giornalista nutrizionista Lisa Drayer che alla Cnn ha spiegato come diventare vegetariani non significhi affatto diventare salutisti. Ogni tanto, qualcuno con meno visibilità della Cnn cerca di spiegarlo che un piatto di patatine fritte in un grasso vegetale, accompagnate da una birra, è il pasto più vegano che si possa immaginare. Ma di certo non è né dietetico, né healty, se mangiato tutti i giorni. Drayer, invece, ha messo sotto accusa anche gli hamburger veg per un paio di motivi. Intanto, contengono tantissimo sale nascosto. Mentre quello vero contiene fra i 65 e i 115 milligrammi di sale, a seconda del tipo di carne, quello vegano ne contiene fra i 370 e i 390. Aggiungendo sopra una fetta di formaggio filante, si può arrivare a 920, che è più dell’apporto giornaliero consentito. Non abbiamo ancora considerato che ordinando un hamburger sarà difficile non accompagnarci patatine e a non aggiungere anche del ketchup (altro sale!). Ma non è tutto.

Se negli Stati Uniti c’è già in commercio il Beyond Meat, quel tipo di hamburger vegetali che sanguinano, e da noi no, è perché i controlli dell’Unione Europea sono molto più restrittivi. Nonostante oltreoceano ci sia la rinomata Food and Drug Administration, l’organo che approva i prodotti per uso umano, un nuovo alimento viene immesso sul mercato già quando è solo in attesa di approvazione. L’ingrediente principale di questi hamburger è la leghemoglobina di soia, che deriva dalla modificazione genetica della soia, e anche se nell’estate del 2019 è stata finalmente approvata, anche Mic.com si chiede quale sia esattamente l’effetto di questa sostanza sull’organismo umano, sul lungo termine. Per ora in Italia questo tipo di hamburger non c’è. Ma ce ne sono di tante altre qualità, e il modo in cui li stiamo consumando li rende junk food a tutti gli effetti. Considerato che si stratta comunque di cibo animalista, con un minore impatto sul pianeta, e che comunque fra i suoi ingredienti (a parte quello che sanguina) non c’è niente di preoccupante, come cavarsela senza che faccia danni a noi che li consumiamo? Il suggerimento lo dà la nutrizionista americana Jessica Blanchard che su Mic.com consiglia di mangiarlo alla piastra, con pane integrale o ai cereali, e di accompagnarlo a un sacco di insalata condita, senza aggiungere salse, patatine & co. Ps. Ma una bella pasta e fagioli?