Viviamo in un mondo di microrganismi, germi di tutti i tipi sono ovunque, e per fortuna sono invisibili perché non sono neanche così carini da vedere. Okay, in fin dei conti fanno parte dell’ecosistema e ce ne sono anche di buoni, come il microbioma dell’intestino. Ma se pensiamo all'igiene delle stoviglie al bar, ce ne sono anche molti che possono procurare noie senza che ci si renda conto bene da cosa sono state causate. Abbiamo scoperto in passato quanti germi ci sono sui nostri smartphone, sullo zerbino di casa, sul poggiatesta dei treni e sulla spugnetta con cui laviamo i piatti. Ma ci siamo mai chiesti se ci sono germi nelle tazze e tazzine con cui ci servono le bevande calde nei locali? E no, la cosa più preoccupante non è la tazzina sporca di rossetto.


Cominciamo col pensare a cosa si nasconde nella macchina del caffè. Una recente inchiesta della CBS ha chiesto a dieci famiglie di Chicago di lasciare che i ricercatori della Loyola University facessero un prelievo dalle loro macchine del caffè domestiche, quelle per il caffè americano, un vero e proprio tampone come quello che si fa in gola quando bisogna capire che infezione ci fa tossire, ad esempio. I campioni sono stati presi su: 1) la bocchetta da cui esce il caffè; 2) il serbatoio dell’acqua; 3) e (rullo di tamburi) la tazza preferita. Risultato: batteri come lo stafilococco, streptococco e bacillus cereus. E anche (eugh!) batteri intestinali, come l'e-coli. Questo in un’ambiente familiare. Passiamo agli uffici.

In un’altra semi-inchiesta, Delish.com ha svelato che il posto più ricco di germi non è il bagno ma la chillax room. Secondo uno studio dell'Università dell'Arizona è nell’area della pausa caffè che si diffondono i virus in circolo in città. Hanno provato a contaminare quell’area con un tipo particolare di virus non pericoloso per l’umano, e nel giro di 4 ore, sempre con un tampone, era presente sulle mani della 60% dei dipendenti. Questo perché le attrezzature che vengono usate, spesso sono più toccate del denaro. Se non ci si lava bene le mani una volta usata la toilette, ad esempio, si lasceranno batteri che poi cammineranno anche fin dentro la macchina che eroga il caffè. Non basta ancora?

Facciamo conto che il nostro barista sia uno preciso, che si lavi bene le mani sul lavoro, che tenga pulita la macchina del caffè e che butti subito la tazzina nella lavastoviglie, appena gliela rende il cliente: siamo fuori pericolo? Neanche un po’. Stavolta la minaccia viene dalla lavastoviglie sporca. Un altro recente studio, stavolta condotto dalle Università di Lubiana e Copenhaghen, ci informa che le lavastoviglie, a lungo andare, diventano un villaggio vacanze per batteri e agenti patogeni, e che possono portare a infezioni molto gravi. Come uscire dall'incubo? Aumentando le difese immunitarie del nostro corpo, perché come dice la principessa reale Anna del Regno Unito, mica si può vivere in una campana di vetro. E consolarsi pensando che non si salva nemmeno chi beve caffè da catene di caffetterie con bicchiere usa e getta: negli Stati Uniti c’è chi si è divertito a fare il tampone anche sui coperchi salva goccia delle tazze di carta e… beh, ci hanno trovato la stessa quantità di germi delle banconote. Meglio non pensarci.