Cielo coperto, vetri appannati, nessuna voglia di uscire, plaid d'autore e serie tv pronta. È il momento in cui si comincia a pensare “quasi quasi mi faccio una cioccolata calda”. Inutile resistere: di tutti i buoni propositi legati alla dieta, quello di negarsi una tazza, anzi, una tazzona fumante di cioccolato cremoso e scurissimo è fuori discussione. Poi, ormai lo dice anche la scienza che il cioccolato fa bene. Non per niente dal XVI al XIX più che un piacere era considerato una medicina. Una bella tazza di cacao alza l’umore, dà energia, fornisce una dose notevole di antiossidanti (come quasi tutti i cibi vegetali scuri) e protegge la salute delle arterie grazie ai flavonoidi. Certo, è un po’, anzi parecchio, calorica, ma nettamente meglio bere cioccolata calda che mezzo litro di bibita frizzante, perché almeno la prima apporta anche nutrienti preziosi per il corpo (non è comunque un sostituto di un pasto, occhio). Ma perché, a parte tutto questo, a volte, quando la beviamo quella già pronta ci resta quella sensazione del “qualcosa non va”?

Prendiamo prima in considerazione l’idea che l’invenzione della cioccolata calda in bustina è recente. Prima si faceva da sé, così come i budini, che la maggior parte di noi non sa più fare senza la bustina pronta. La ricetta base del fai-da-te prevede, in crescendo: 50 gr di amido di mais, 100 di cacao, 150 di zucchero per ogni litro di latte. Quella in busta ha già tutto dosato, spesso anche il latte in polvere già pronto, per cui basta aggiungere acqua calda. Il problema sono le dosi. “Cioccolato, latte, amido, cacao, sono tutti ingredienti che per un motivo o l’altro possono fare della cioccolata calda uno sfizio con qualche problema in più rispetto a una tavoletta di cioccolato nero solido”, spiega la biologa nutrizionista Chiara Usai. "Mentre, quando si prepara da sé i dosaggi si possono aggiustare, le quantità delle buste pronte sono fisse e immutabili, tutt’al più qualcosa si può aggiungere. Ma lo zucchero che c’è già è veramente tanto”, dice la dottoressa. "In una tazza di cioccolata già pronta si possono trovare anche 25 grammi di zucchero, immersi in 492 calorie. E così come il latte e come l’amido, può dar fastidio agli intestini con qualche problema, causando gonfiore”.


C’è poi il problema che riguarda molti: perché dopo aver consumato la cioccolata calda mi viene il mal di testa? “Quello è un problema del cacao”, chiarisce la dottoressa, “che è sconsigliato a chi soffre di intolleranza all’istamina”. Qual è la soluzione finale da adottare? “Meglio prepararla a casa”, conclude la dottoressa Usai, “valutando bene che tipo, e quanto, addensante aggiungere, se vi è gradito, e che tipo di dolcificante usare nella quantità più adatta a noi”. E per chi ha problemi col latte vaccino, c’è sempre l’alternativa delle bevande al riso o alla soia. Insomma, anche stavolta non abbiamo trovato motivi sufficienti a negarci una bella tazza interminabile e bollente di cioccolata calda da sorseggiare davanti alla tv.