In principio fu il gianduja, unione amorosa tra cioccolato e pasta di nocciole. Poi vennero le creme spalmabili dolci migliori, alternative di pistacchio, castagne, mandorle e persino biscotti (!), la birra spalmabile sul pane, e che il peccato più meraviglioso di tutti sia con voi. Infine lui, il panettone , goduria del Natale che per mano (fatata) degli offellieri di Rizzati, nei vicoli di Ferrara, si è tramutato nell’essenza diventando una crema. Sillabiamolo insieme: crema spalmabile di panettone, il genere di guilty pleasure in grado di far gridare “in alto i cuori” (e pure i cucchiai) che potrebbe/promette di far durare indefinitamente il momento magico dello scarto del panettone. Quando inalare quel profumo di burro, uova, canditi magistrali e uvetta dà un senso alle feste. Cambio di consistenza: mentre i mastri pasticcieri si adoperano per regalare al mondo le loro preziose versioni di panettone artigianale, lievitato che mette in sfida anche i più veterani, da Rizzati hanno invece giocato con quello che è uno dei piaceri più pericolosi del peccato di gola. Il cucchiaio che affonda in un barattolo e riemerge ricoperto di crema da leccare voluttuosamente, senza passare sul/dal/per il pane.

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L’ispirazione del panettone crema spalmabile non è così local: in Italia c’è un’unica imperatrice della spalmabilità, e le creme artigianali hanno seguito una scia già ben tracciata. “Abbiamo iniziato a lavorarci alla fine dello scorso anno, guardando anche al mercato americano dove le spalmabili sono numerose e hanno gusti insoliti, e così è venuta l’idea di riproporre un sapore tutto nostro che ci accompagna fin da piccoli e che è assolutamente riconoscibile, quello del panettone” ha raccontato Marco Matteucci al Gambero Rosso. "Nel settore della pasticceria, il panettone è un prodotto tradizionale conosciuto in tutto il mondo, mentre le altre ricette rimangono più o meno local, per quanto famose entro i nostri confini" ha poi aggiunto a Repubblica. Di cosa è fatta la crema al panettone spalmabile di Rizzati? Burro di cacao, zucchero di canna, latte scremato, uva sultanina e dadini di arancia calabrese candita nello stesso laboratorio dell’azienda.

La realizzazione è quindi tutta italiana, pardon, ferrarese: la stessa magica città dove nasce quella bomba di gioia e senso di colpa che è la torta tenerina ferrarese, regina profumata di burro e cioccolato fondente che annulla sotto una coltre polverosa di cacao e zucchero a velo ogni velleità di dieta. Da Rizzati ci hanno preso gusto OPS sulla tradizione da reinterpretare: anche la torta al cioccolato simbolo della pasticceria di Ferrara sarà in commercio sotto forma di crema spalmabile di tenerina in edizione limitata (natalizia, ça va sans dire) assieme alla crema di pampapato ferrarese con cioccolato, cannella e chiodi di garofano, omaggio all'antica corte degli Este che dominò sulla città. Tre aggiornamenti per tre sapori riconoscibilissimi. Nello stabilimento alle porte della città prevedono un regime di produzione di crema spalmabile di circa 500 kg al giorno, sufficienti a colmare la curiosità dei gastrofoodie incalliti. Una domanda si aggira per le dispense: ma la crema di panettone spalmabile messa sul panettone, ne raddoppierà l'essenza?