Nonostante si parli molto di tradizione, i pranzi e i cenoni di Natale cominciano ad avere un menù sempre più variegato, anche un po’ fusion (cosa che in alcune zone d’Italia può essere causa d’infarto per chi legge). Una cosa però resta tenacemente stabile nelle intenzioni di tutti gli italiani: iniziare la dieta il 7 gennaio. Rimandando a dopo le riflessioni sul post evento, è interessante indagare su tutto quello che facciamo e compriamo prima delle feste, che può sembrare inusuale e che invece è diventato qualcosa di collettivo. Ha provato a indagare su queste cifre il sito di Supermercato24, il marketplace italiano della spesa online con consegna in giornata anche entro un’ora (e la cui esistenza è già segno di cambiamento delle abitudini italiane) che ha svelato delle cifre e dei dati insospettabili, spinti oltre la normale spesa panettone/pandoro, o l’osservanza del menù “di magro” o l’eccedere negli insaccati. C’è chi opta per zuppe saporite e, da qualche tempo, di finger food. Ma soprattutto, il primo dato che lascia basiti è scoprire che nelle tre settimane di dicembre precedenti al Natale si concentra l’11,5% della spesa fatta dagli italiani nel corso di tutto l’anno.

Il secondo riguarda la categoria di prodotto più acquistata dagli italiani in quelle tre settimane. E senza leggerlo non l’avremmo azzeccato mai: acqua, bibite e alcolici. Le bevande sono il 12,54% della spesa effettuata online a dicembre, per dire. Sarà pure vero che a dicembre si brinda tanto, ma l’acqua minerale scorre a fiumi soprattutto perché si mangia molto saporito (leggi: salato) e si sta molto in gruppo, cosa che alza la temperatura nelle stanze e quindi l’arsura. Risultato: anche cola e birra fresche vanno giù che è una meraviglia. Si comprano anche molte banane, ed è curioso. Un tempo (svariate decine di anni fa) era un frutto esotico, l’unico in giro, prima ancora dell’ananas, ed era anche molto costosa, per cui si metteva a tavola a Natale. Ma anche oggi che la mangiamo tutti i giorni, volendo, ha conservato il suo fascino ed è in cima alla top ten degli acquisti healthy insieme a clementine, zucchine, limoni, carote e finocchi. Se questo sembra strano, chi avrebbe immaginato che in questo periodo vada forte anche il formaggio filante in fettine? In effetti, insieme ad altri ingredienti come la mozzarella, il grana (già grattugiato), lo stracchino, il prosciutto (più crudo che cotto), servono. E a volte velocizzano la preparazione.

Quali sono le città che ordinano più articoli di alimentari, anche last minute, a Natale? Torino, Milano, Roma e Verona. Secondo Supermercato24, a Torino non si bada a spese per la tavola delle feste. Le preferenze: agnolotti e vitello tonnato, formaggi e salumi (12,4%), quasi a pari merito con acqua, bibite e alcolici (12%). Segue Milano, che ordina soprattutto acqua, bibite e alcolici (14,6%), oltre a formaggi e salumi (11%). I milanesi sono quelli che studiano i menù più healthy durante l’anno. Ma per Natale – udite udite! – sono quelli che trasgrediscono di più, forse proprio perché serve una pausa da tutto questo salutismo. La flessione negli acquisti di frutta e verdura rispetto ai mesi precedenti, a dicembre, è la prova. Roma e la grande città meno spendaccione a Natale: molti formaggi e salumi (13%), frutta e verdura (12,4%) e bevande (11%), mentre Verona è al top fra le città in cui si comprano più dolci. Se non è una sorpresa che il consumo di bollicine in questo periodo registri un’impennata del +40%, è interessante anche un dato abbastanza inedito e che testimonia un sentiment generale: la gente non ha più nessuna intenzione di stressarsi per il Natale. È così che il 36,2% delle spese viene smaltito già entro la metà di dicembre. Niente transumanze in strade intasate dal traffico, niente autoscontri con i carrelli, niente file alle casse. Prima, e possibilmente anche comprando online. E un problema è eliminato.