Abbiamo trascorso mesi a cambiare abitudini, a osservare quanto il classico sia diventato prezioso. Il cioccolato è stato, mai come durante il lockdown, un comfort food di una primavera fuggita altrove. Il gelato, il suo erede stagionale, invece gode di una fortuna diversa: siamo tornati a condividerlo in cene su terrazze private, abbiamo il piacere di gustarlo nel weekend di fuga tra pini marittimi e mari più puliti. E poi ci sarà un’estate italiana di cui andare fieri: territorio, forza nel riconoscere i sapori made in Italy, distanza sociale da mantenere e cene da organizzare. Prima del lockdown a raccontarci il piacere di essere francese e scoprire i sapori del Made In Italy è stata Cécile de Verdelhan Osti, a capo della comunicazione di Venchi. Dopo questi mesi è da Venchi che ricominciamo con una novità, il gelato aperitivo della maison del cioccolato italiano, una limited edition già di successo lanciata a giugno al gusto di Bitter Spritz da assaggiare in abbinata al cioccolato atzteco. Perché questa evoluzione nella tradizione del marchio di cioccolati più chic italiani? Cécile ce lo aveva anticipato proprio prima dello stop obbligato e le sue premesse/promesse mai come ora si sono avverate.

Super mamma di quattro figli, parigina, da tre anni milanese per lavoro, consigliere delegato di Venchi con uno sguardo strategico su comunicazione e marketing, un passato nel mondo della cosmetica Cécile de Verdelhan Osti ha le idee molto chiare sul non voler spingere il marchio altrove pur di seguire le mode: “La sostenibilità non passa solo dalla deplastificazione delle confezioni, ma anche e soprattutto dal gusto. Dall’uso esclusivo di oli d’oliva, noci, nocciole, e pistacchi alla diminuzione della quantità di grassi e zuccheri, il nostro scopo è educare il palato del consumatore ed evolvere il piacere del sapore. Per questo, accanto alle collezioni classiche di fondenti, bianchi e al latte, creiamo collezioni più “pure”, con una lista di ingredienti stringatissima. Il cioccolatino che lanceremo il prossimo anno, infatti, si chiama Tre. Il motivo? Ha solo tre ingredienti. No, non ve li rivelo”.

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Intuito e concretezza femminile mixata all’estro di Battista Mantelli, creative director di Venchi, che ci aveva raccontato il lato segreto dietro a quel gioiello di cioccolato e ricerca che è un uovo di Pasqua: da qui si parte per raggiungere sfide che mai come questa metà di 2020 sembrano maratone olimpioniche. Ecco perché il lancio di un gelato molto vicino al rituale che gli italiani amano, l’aperitivo, segna l’evoluzione della tradizione e guarda ai bisogni anche di un nuovo target come ci aveva rivelato Cécile “I top spender oggi sono i trentenni. Così come sono interessanti al mondo del vino o della cucina, i giovani che ruotano attorno alla fascia dei 30 anni vogliono sapere tutto sul cioccolato, alcuni sono dei veri e propri intenditori, investono più facilmente in una cena stellata o in uno scrigno di ottimo cioccolato. Diciamo che, in generale, il potere di acquisto si è alzato e si è sposato verso l’enogastronomia”.

Il gelato allo Spritz di Venchi centra l’obiettivo di un nuovo target che ha bisogno di nuovi stimoli culinari e al contempo vuole sostenere i grandi marchi dell’eccellenza italiana. La tradizione, però, non è sempre oro che luccica, ci sono alcuni cliché che un occhio straniero, femminile e schietto come quello di Cécile mette a fuoco molto chiaramente come ha rivelato in un’intervista ad Harper’s Bazaar Italia nei mesi scorsi “Sento che il modello maschilista della società italiana è ancora molto forte e ciò rappresenta una sfida anche emotiva per me. È una battaglia che combatto e vinco tutti i giorni, con il giusto livello di umore e talvolta un po’ di rigidità per far rispettare certi limiti. Sono fortemente motivata a dimostrare alle giovani donne con cui lavoro che anche noi possiamo realizzare una carriera di successo. In effetti Venchi è un’azienda che lavora per più del settanta per cento con le donne e, ad oggi, l’azienda si impegna molto a dedicare una particolare attenzione alla loro tutela e crescita professionale”.