Scioglilingua di acronimi affollano l'elenco delle ultime diete di moda nel 2020. Ogni anno, ogni stagione, ne salta fuori una nuova, anche una old style recuperata e aggiornata. L'ossessione del dimagrimento e della forma fisica scolpita è un tratto culturale che si è formato all'epoca del benessere economico, dagli anni 50 in avanti, e da allora non ha smesso di insinuarsi in ogni angolo dello spettro del benessere, legandosi a discorsi di medicina e prevenzione. Di ultime diete in voga se ne snocciolano in continuazione, ricamandoci sopra particolari più o meno scientifici che dovrebbero avvalorarne la tesi principale, aiutare a perdere peso. Ma spesso è la stessa scienza a sbugiardarle, sbullonando quelle che sono le certezze ai fini di marketing: il framing che costruisce la narrazione del funzionamento di una dieta e dei suoi risultati eccezionali in brevissimo tempo non va molto d'accordo con i principi fisiologico-scientifici della nutrizione. Lo spiegano la professoressa di nutrizione Clare Collins e i ricercatori Lee Ashton e Rebecca Williams su TheConversation, dove si sono divertiti a smontare le ultime 4 diete di moda che stanno rimbalzando tra social e blog. Giungendo ad un'unica conclusione: fad diets, diete alla moda, capricci inutili e bufale alimentari che rischiano di provocare effetti gravi. Non aggiungono nulla al concetto mangiare bene&sano, tenendo presenti tutti gli elementi che contribuiscono a costruire una relazione onesta con il cibo.

Le quattro diete analizzate dagli studiosi elaborano diversi approcci al cibo, ma nessuna di queste potrebbe essere davvero consigliata in caso di necessaria perdita di peso. La reverse dieting, in italiano dieta reverse o reset metabolico, è la prima ad essere presa in considerazione. Prevede un aumento dell'apporto energetico in modo graduale dopo aver seguito una dieta dimagrante, ed è popolare tra culturisti e atleti che non vogliono prendere chili al termine dell'attività agonistica. Gli studiosi sottolineano che non ci sono evidenze scientifiche sull'efficacia di questa dieta per dimagrire, anzi, è un regime alimentare che si nutre principalmente di aneddotica favolistica. Destino diverso per la dieta GAPS (Gut And Psychology Syndrome), legata alla convinzione che il corretto funzionamento dell'intestino permetta anche al cervello di lavorare meglio. Potrebbe essere classificata come dieta detox ed è stata sempre indicata come "trattamento naturale" per chi ha problemi di digestione, visto che prevede l'eliminazione di tutta una serie di alimenti quali carboidrati, lievitati, cereali, latticini, a favore di ingestione di brodi, pesce, uova e determinati fermentati. Secondo i ricercatori è una dieta da sconsigliare perché estremamente restrittiva ed espone al rischio di malnutrizione.

Anche la dieta HCG (gonadotropina corionica umana, per gli amici l'ormone della fertilità) e la dieta IIFYM (If It First Your Macro, basata sui macronutrienti) sono state facilmente analizzate e riportate alla loro essenza dagli studiosi nell'articolo. Queste due delle diete di moda che ultimamente impazzano assicurano una perdita di peso in modi differenti: la prima con un supplemento di ormone HCG giornaliero sotto forma di gocce, per inibire l'appetito e il senso di fame (secondo uno studio del 1954) e tenere alte le energie nel rispettare la restrizione delle max 500 kcal giornaliere. È una dieta aggressiva: negli uomini promuove la produzione di testosterone, che influisce anche sul comportamento e gli sbalzi d'umore. L'HCG è a tutti gli effetti un ormone che modifica le prestazioni atletiche, tanto che compare nella lista delle sostanze dopanti: è una dieta più che sconsigliata, non solo perché estremamente ipocalorica, ma perché potrebbe arrecare danni gravi all'organismo. Ben più blanda è la dieta IIFYM, che viene costruita previa consulenza con il paziente e compilazione di un questionario che individui quali sono i macronutrienti migliori e più indicati a lui/lei, per poi formulare un piano che tenga conto dei kilojoule giornalieri dei nutrienti. In merito a questa ultima dieta di moda, gli studiosi concordano nel dire che non è rischiosa come le altre, ma che sbilancia la percezione: si tende a considerare razionalmente il rapporto tra kilojoule e nutrienti, invece di badare alla qualità di ciò che si consuma. "Mangiare cibi di qualità nutrizionale superiore, come verdure, frutta, legumi e cereali integrali, invece di cibi ultra-elaborati ad alta intensità energetica e poveri di nutrienti, significa che l'assunzione totale di kilojoule sarà inferiore" spiegano i ricercatori.

La realtà è che il fascino del dimagrire in poco tempo è sempre eternamente conturbante e, come tutte le fascinazioni, è pericoloso. Le diete di moda sono principalmente una rimodulazione sbilanciata di classiche diete ipocaloriche, e scientificamente sono guardate con sospetto dagli studiosi di nutrizione, dai dietisti ai biologi nutrizionisti, per il fuorviante principio del miracolo in pochissimo tempo. "Periodicamente esce la dieta X, o la dieta Y, e sono sempre vendute come "non ipocaloriche, devi passare per questa cosa perché è la più importante di tutte", tipo l'indice glicemico. L'idea è che basti fare leva su un piccolo dettaglio, ma non è così. E il motivo pratico per cui queste diete durano poco è che alla lunga sono insostenibili" sottolinea la dottoressa Sara Olivieri, nutrizionista e divulgatrice di equilibrio alimentare come @iniziolunedi su Instagram. "Mangiare secondo uno di quei criteri, qualunque esso sia, fa venire meno tutta una serie di dettagli naturali che ancora abbiamo, come il senso del gusto o il senso di fame e sazietà. Quando si segue una o più di queste regole, si entra nell'ottica di considerare la dieta qualcosa di puramente razionale. Di conseguenza ci si dimentica della base istintiva, naturale, ovvero che mangiare dovrebbe essere una cosa spontanea. Il risultato è che quando i centri nervosi ti fanno presente che vogliono altre cose, si passa all'altro eccesso. Una via di mezzo, un equilibrio che ci permetta di fare un po' e un po', non l'abbiamo ancora trovato" spiega la dottoressa Olivieri. "Tecnicamente, tutte le diete di moda che prendano un solo elemento -la dieta di quello, la dieta in cui si esclude l'altro, la chetogenica, la dieta del gruppo sanguigno o dell'ormone- sono delle ipocaloriche d'urto. Il risultato finale è che le diete di moda sono imbastite molto bene, ma in sostanza permettono di introdurre pochissime calorie al giorno, massimo 1200 calorie. Inevitabilmente ciò portare una persona a perdere peso, ma funzionerebbe anche in una dieta normale" specifica Olivieri. Ciò che però si tende a non considerare è il successivo effetto yo-yo: tutti i chili persi vengono facilmente ripresi, perché manca l'idea del mantenimento sul lungo termine. "Il principio è che si fa per un po', si perde quello che si deve perdere, poi si torna come prima, e di nuovo si ripete lo schema. Ci si è concentrati su dettagli che per noi nutrizionisti hanno valore fino ad un certo punto: un determinato alimento o un determinato ormone che favorisca una reazione è bellissimo dal punto di vista scientifico, ma a livello pratico è fine a se stesso. E non può diventare perno per strutturare una dieta, perché ci convinciamo che la salute parta da lì. Per fortuna non è così".