Due centimetri e mezzo. A tanto corrisponde la lunghezza del lato del finger food aureo, da moltiplicare alla terza per ottenere un cubetto concentrato di sapore. Grande da accogliere cremosi ripieni di eccellenza agricola, minimal q.b. per riuscire ad essere mangiato senza straripamenti di sorta (a meno che non siano voluti/goduti). Il boccone perfetto è uno studio pratico/teorico di food design, il Compasso d'Oro dell'alta cucina racchiusa in un piccolo scrigno in trenta sapori a rotazione, da comporre a piacere e a seconda dei gusti personali. L'apertura dei finger food di INI a Milano è una doppia sfida: riconquistare la cultura del finger food all'italiana, che guarda lontanamente alle tapas spagnole ricreando universi gastronomici in forma di tartelletta e pasticceria salata mini, e promuovere una filosofia antispreco in cucina che sia realmente tale.

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INI come bocconcini, appunto. Mignon di cialda croccante che accolgono creme di volta in volta diverse, create appositamente e a rotazione di trenta in trenta, per dare una variegata esperienza di sapori. INI dolci, salati, opzioni veggie, finger food di pesce o di carne, con ricette accuratamente realizzate con i migliori esempi di artigianalità della filiera agroalimentare italiana. E addio tristi buffet che si ammosciano dopo cinque minuti e vanno malamente a finire nella spazzatura perché nessuno ha il coraggio di toccare le tartine avvizzite di maionese: l'aritmetica dei conteggi assicura un adeguato N di INI a persona. Se si sfora è solo per gola, non per vantarsi di un'abbondanza esagerata, barocca, inutile. Come non sprecare cibo, primo check.

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A mettere a punto i bocconi finger food antispreco, con calcoli al millimetro, sono stati Paolo Barichella, che ha creato la volumetria delle cialde basandosi sul calcolo antropometrico della fame, e Mauro Olivieri, che ha riorganizzato il mosaico della golosità in termini ergonomici. Tre anni di prove per raggiungere finalmente il risultato soddisfacente per i cinque protagonisti dell'esperimento, oltre ai due food designer INI è fatto dagli imprenditori Andrea Crespi, con un passato nella moda, e Federico e Nicola Crespi, industriali dei metalli non ferrosi, con l'ultima entry di Paolo Lumini, project manager. Tutti impegnati nel realizzare un nuovo finger che elimini alla base il concetto di scarto e dia nuova dignità alle preparazioni express. Nessun INI viene sprecato: cialde e creme vivono serenamente separate finché non arriva l'ordine, e solo a quel punto la sac-à-poche ripiena di serica morbidezza regala il suo contenuto alla friabilità della cialda, per poi essere appositamente confezionato in scatole über chic e recapitato all'acquirente, da asporto o via delivery. Se nobilitare bucce/scarti/avanzi è l'ultimo passo da compiere per non sprecare cibo, da INI l'evoluzione è gourmet al cubo. Pardon, al boccone.