Non che non si sapesse, ma per gli americani Halloween è davvero una cosa seria che richiede tempo e pianificazione. Ogni anno, per una sera, i bambini si travestono da ghoul e goblin o da personaggi dei cartoni animati prima di setacciare i quartieri altolocati per più dolcetti che scherzetti. Nel frattempo, i lavoratori adulti del settore della ristorazione indossano costumi che rendono omaggio alle grandi istituzioni gastronomiche della tradizione cinematografica e televisiva e ultimamente anche alcuni ristoranti, ingresso e menù compresi, hanno iniziato a vestirsi per la festa.

Non ci sono prove concrete sul quando (pare fosse il 2005) ma non ci sono dubbi sul dove: l'idea di travestire il ristorante oltre allo staff è nata tra le mura del Lula Cafe di Chicago, proprietà di Jason Hammel. Ogni anno la facciata e l'insegna del ristorante si trasformano con un budget più alto di una produzione Off Broadway e il nuovo look fa il verso, in un gioco di specchi, ad altri ristoranti della concorrenza locale, talvolta mandando in confusione gli avventori. Un anno è diventato Not Doug's (anziché Hot Doug's), poi Luma's Corner (Kuma's Corner) e poi Taco Hell (Taco Bell). Quando nel 2012 Hammel ha sentito di altri ristoranti di Chicago che si volevano unire alla sua tradizione di Halloween si è chiesto, in un'intervista a Eater, se fosse ora di ritirarsi, anche se lusingato dall'imitazione. Quell'anno la taqueria Antique Taco era diventata il Max di Bayside School per una notte, mentre il ristorante Real Kitchen si era finto Alinea, locale da 3 stelle Michelin famoso per il palloncino di elio e gelatina servito come dessert.

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Le imitazioni si sono moltiplicate poi velocemente nelle grandi città statunitensi, anche se mancano dell'ironia che scorreva nella scena foodie di Chicago dove non avevano paura di prendersi in giro a vicenda. Nickel City, un bar di Austin, in Texas, nel 2018 si è "vestito" come la bettola di Moe dei Simpson e i fan hanno apprezzato tutti i riferimenti alla serie: le ciambelle con glassa rosa, l'hamburger Krusty e il cocktail Flaming Moe (con Jägermeister al posto dello sciroppo per la tosse nell'episodio originale, per stare sul sicuro). Anche William Hallet, un bar ad Astoria, nel Queens, è stato trasformato in un Moe’s, mentre negli anni precedenti è stato mascherato da Paddy's, il pub irlandese di C'è sempre il sole a Philadelphia, e nel fatiscente ma onesto locale che serve hamburger di Bob's Burgers. Anche Bierock, ristorante di Madison, in Wisconsin, ha omaggiato Moe ed i Simpson il primo anno, poi la Cantina di Mos Eisley di Guerre Stellari e nel, 2020, SpongeBob SquarePants con una ricostruzione del Krusty Krab solo per una notte.

Oltre ai cartoni animati, vanno forte anche i costumi presi da ristoranti fittizi nei film, esempio su tutti la catena di fast food McDowell’s che compare in Il principe cerca moglie che ha ispirato locali a Austin (Fat Sal’s Deli) e Chicago (Wieners Circle). A Nashville c'è chi da questa trovata di marketing ne ha tratto invece un'opportunità professionale a lungo termine. Caroline e Tony Galzin avevano scoperto durante loro esperienza lavorativa a Chicago della stravagante tradizione di Halloween in cui alcuni ristoranti si mascherano da altri ristoranti per una sera. A loro volta hanno trasformato il loro ristorante Fifty-First Kitchen in un locale italiano vecchia scuola chiamato Mama G’s, ma clienti e proprietari si sono divertiti così tanto a quell'evento che hanno aperto una trattoria italiana a tempo pieno. Chissà se anche questo Halloween sarà la loro scusa per divertirsi e testare il mercato allo stesso tempo.