Il termometro da cucina migliore, bacchetta magica per prodigi gourmand
Sì, un termometro per alimenti in cottura può davvero cambiare il nostro approccio con i fornelli da amatoriale a pro (e lo ameremo)
Esiste un sistema per capire se una pietanza sta cuocendo a puntino che vale più della vista, dell'olfatto o addirittura del gusto: usare un termometro da cucina. Questo accessorio spesso sottovalutato è l'unico modo per garantire che il cibo sia alla giusta temperatura interna. Proprio perché non è un oggetto che è scontato trovare in una casa che non sia di un cuoco, scegliere un termometro per alimenti è a volte un po' un quiz a premi. Ne esiste un'ampia varietà e per diverse esigenze. I termometri a quadrante possono rimanere in posizione durante la cottura del cibo, ad esempio un arrosto. Si inseriscono come indicato nelle istruzioni per ogni marca, e si lasciano lì per monitorare attraverso il vetro del forno. In genere la lettura è pronta in un paio di minuti. Poi ci sono i termometri a lettura istantanea, che non devono essere lasciati nel cibo durante la cottura, utili anche per le zuppe, quelli con sondino lungo, quelli che sembrano usciti da un film anni 50. L'importante, per ogni termometro, è che prima di utilizzarlo bisogna leggere bene le istruzioni del produttore perché ogni modello si usa in modo diverso ed è adatto a pietanze diverse, Bisogna quindi sapere fino a che punto inserirlo in un alimento per ottenere la lettura più accurata, se può rimanere nel forno oppure no, e via spiegando. Ma prima di comprarne uno, è bene sapere quale è il più adatto all'utilizzo che ne vogliamo fare. Ecco 5 tipi molto diversi tra loro che possono darci un'indicazione chiara anche se è la prima volta che ne vogliamo uno in cucina.
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