Il Coronavirus ha cambiato le nostre vite. Come possiamo accettare la nostra nuova quotidianità e rimanere positivi in questo momento difficile? Scopri una selezione di articoli dedicati al tema cliccando qui.

In genere. Restiamo in casa, non perdiamo tempo per andare e tornare dal lavoro, niente aperitivo, né cinema, né parrucchiere né palestra, niente corse a scuola a prendere i figli… eppure abbiamo la sensazione di non avere tempo di fare le cose che vorremmo fare, di dedicarci ai nostri piaceri. Le nostre giornate sono sempre piene, ci sentiamo terribilmente impegnati, ma siamo davvero produttivi? Ce lo chiediamo in tempo di lockdown ancora di più. Per imparare a gestire meglio il tempo - ora che ne abbiamo tanto – abbiamo chiesto consigli a una psicoterapeuta e coach, Grazia Geiger.

Da dove nasce la sensazione di essere divorati dal tempo?

Viviamo un momento straordinario della nostra vita. Abbiamo dovuto interrompere pressoché tutte le nostre abitudini. Questo significa doversi riadattare, e riadattarsi richiede molte risorse mentali. Il nostro cervello si costruisce delle corsie preferenziali, come delle “autostrade” che percorre regolarmente, strade ampie e scorrevoli che ci permettono di essere estremamente efficienti. Se questo meccanismo viene stravolto, ecco che serve un periodo più o meno lungo per ri-tracciare questi percorsi. Inoltre in questo periodo di lockdown sono inevitabilmente variati anche il ritmo sonno/veglia, il rapporto tra il cibo che assumiamo e il dispendio energetico: tutto questo scombussolamento assorbe molte energie, fa si che siamo occupati tutto il giorno, facciamo realmente fatica, anche se i risultati possono sembrarci modesti dal punto di vista della produttività, o almeno abbiamo la sensazione che sia così.

Come possiamo rimediare e diventare più produttivi?

Ѐ consigliabile ri-programmare le giornate per non arrivare a sera con la sensazione di non aver combinato nulla. In questo periodo non possiamo fare progetti a media-lunga scadenza, ma a brevissima sì, ed è necessario, sia che si viva in famiglia, e direi ancor più se si vive soli. Per tutti vale la regola di fare esercizio fisico, almeno 25-30 minuti: ci sono svariati video che possono essere di ausilio su Youtube e bisogna farlo dandosi linee guida ben precise, con un timer. Non mi stanco di ripetere che l’esercizio fisico influisce a livello emotivo, e il benessere psicologico si ripercuote positivamente sul fisico e sul sistema immunitario. Trovo importante anche non stravolgere del tutto i ritmi che avevamo prima: colazione, pranzo, cena, rifare i letti, vestirsi, anche se non eleganti, ma certo non stare in pigiama. E poi, prendersi cura di sé e delle proprie cose, senza procrastinare, senza dire lo faccio domani. La parola “domani” per tutti ha assunto un significato diverso, quindi è oggi che io devo agire.

La cura di sé è altrettanto importante?

Direi che la cura di sé è fondamentale. La vita sociale ci porta a curare il nostro aspetto fisico, sotto diversi punti di vista. Il fatto che ci sia preclusa, momentaneamente, non significa che dobbiamo trascurarci. Io raccomando a tutti di prendersi cura dei capelli, per quanto possibile, di truccarsi, se lo si fa abitualmente, anche un trucco leggero per rendere il volto più luminoso, e continuare a mettersi il profumo, perché no? Così possiamo guardaci allo specchio e riconoscerci. Lo stesso vale per l’alimentazione: mangiando a casa possiamo curarla anche di più, con cibi sani ed equilibrati.

E in tutto questo, come ritrovare concentrazione sul lavoro da fare a casa?

Ho avuto modo di studiare gruppi sperimentali di persone che avevano provato il telelavoro in passato. Il risultato è che tutti avevano avuto dei vantaggi. Quindi, prima cosa da fare è stilare un elenco degli aspetti vantaggiosi di questa esperienza, che pure esistono: posso stare al sicuro, avrò uno stipendio, posso seguire i figli, ecc. Poi serve riorganizzare gli spazi, dotarsi di una stanza o di un luogo che ci metta al riparo dalle distrazioni, dalle tentazioni, dalle incursioni dei membri della famiglia, dai rumori: cercare l’isolamento acustico, magari con delle cuffie, può essere utile. Deve essere un luogo che a noi sembri carino, confortevole, da abbellire con cura. Darsi dei tempi di lavoro: il fatto di avere a disposizione la giornata intera non significa doverla impegnare tutta. Mentre si lavora, occorre fare delle pause, esattamente come si fa sul posto di lavoro, per sgranchirsi le gambe, bere un bicchiere d’acqua, prendere una boccata d’aria alla finestra. Credo che sia importante entrare in una condizione simile a quella lavorativa, un “come se”, consapevoli che, se non si rende, si rischia di perdere il posto. Essere grati di questa possibilità, di poter continuare a lavorare al sicuro ci può far ritrovare quell’efficienza, quella produttività che credevamo perduta. Utilizzare il sabato e la domenica come spazio di compensazione va bene, per poter eventualmente recuperare, portare avanti o organizzare la propria attività.

Le telefonate e i social rischiano di farci essere meno produttivi?

Mantenere i rapporti sociali è essenziale in questo periodo. Sacrosanto telefonare agli amici e ai familiari, purché con l’intento di auto-incoraggiarsi. Telefonare per lamentarsi può innescare un contagio negativo che non fa bene a nessuno. Raccontarsi, certo, tirare fuori le emozioni, ma anche imparare a sdrammatizzare: un pizzico di ironia può essere di conforto reciproco. Partiamo da una base positiva. Pratichiamo la gentilezza, anche con piccoli gesti, come l’incoraggiamento al personale sanitario: anche questo è un modo per auto-gratificarci.

DaELLE IT