Nessuno se lo sarebbe mai immaginato, eppure è successo. E ci abbiamo convissuto. Un momento particolare, inaspettato e sicuramente difficile, come quello del lock-down ci ha inevitabilmente portato a cambiare il nostro stile di vita, e perché no, sotto molti punti di vista, in meglio. Se dovessimo nominare un alleato che si è rivelato particolarmente favorevole, se non fondamentale, nell’adattamento a questa nuova quotidianità, faremmo il nome della tecnologia. Chi non si è chiesto in questi mesi come ce la saremmo vissuta se tutto questo fosse accaduto anche solo venti anni fa? Ma per nostra fortuna (anche se siamo tutti piuttosto d’accordo sul fatto di non volere fare una video-chiamata almeno per i prossimi sei mesi e di voler rimuovere la parola “aperitivo virtuale” dal nostro vocabolario) è successo in un momento storico in cui la solitudine e l’isolamento hanno avuto un effetto per molti, più facile da affrontare. Non si parla solo di comunicazione tra messaggistica, chiamate e video-call, ma di tutta una serie di piattaforme e servizi che in questo momento in particolare hanno avuto modo di essere testati e sfruttati, dando vita a nuove abitudini, nuovi ritmi, nuovi equilibri, nuove sensazioni, e addirittura, una nuova economia.

Le nostre abitudini da consumatore sono inevitabilmente cambiate. C’è chi, scendendo a compromessi con il fatto di non dover uscire di casa per un periodo di tempo in continuo TBD, ha varato il proprio interesse di acquisto dalla moda all’arredo, concentrandosi sul rendere le quattro mura di casa il nido perfetto. C’è chi si è dedicato all’acquisto di servizi e strumenti per coltivare passioni che “tutto questo tempo” ci ha dato finalmente l’opportunità di perseguire. E c’è anche chi ha accolto questo momento come l’occasione per prendersi cura di sé a partire dalla propria, cosciente o meno, consapevolezza. Conscious è ormai una delle parole più abusate nel gergo contemporaneo, scelta per parlare delle tematiche più disparate. Ma di fondo il suo significato ruota attorno alla parola stessa, al prendere consapevolezza delle proprie azioni. In questi mesi più che mai, abbiamo avuto il tempo - ma forse non è nemmeno una questione sempre e solo di tempo – la voglia, l’interesse, la curiosità, di rivedere i nostri ritmi, le nostre 24h, la nostra vita, con consapevolezza.

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Aleksandar Nakic

Tra i momenti del nostro quotidiano su cui tutto questo ci ha dato modo di posare lo sguardo, emerge sicuramente il momento preferito della giornata di molti italiani (come il resto del mondo non ha perso occasione di raccontare con meme ironici degli scaffali vuoti dei supermercati), la tavola. Per un inevitabile questione di afflusso e di aumento della richiesta, i tradizionali mezzi di cui ci siamo serviti per fare la spesa sono stati presi d’assalto, e per volere - o consapevolezza appunto – iniziale o meno, ci ha portato a valutare servizi alternativi per portare a termine quella che sembrava una missione impossibile: la spesa. Ed è qui che entra in gioco la nascita di nuovi legami, rapporti ed equilibri che hanno definito il lato positivo di questa esperienza. Piccole attività alimentari, agricoltori locali, realtà ai primi passi che hanno rivisto il loro modello di business per andare incontro alle esigenze del momento e che hanno portato il consumatore passo dopo passo – o spesa dopo spesa – a cambiare la propria percezione di volontà e di benessere. Un circolo che ha portato del bene da entrambe le parti. Un supporto concreto a piccole imprese dominate da una presenza umana che in un momento senza contatti si è fatta sentire più che mai. Da un messaggio di ringraziamento scritto a penna su carta, alla verdura sporca di terra, fino a una lumaca nell’insalata che mette il sorriso. Una rete di sostenibilità umana, di supporto da persona a persona resa possibile da un pagamento online sinonimo di adattamento e inventiva, all’insegna della qualità, della quantità e sì, del tempo. Una rete di azioni guidate da consapevolezza e coscienza che ha segnato il lato positivo di un nuovo ritmo al quale non vogliamo più rinunciare.

Anche la comunità di artisti si è animata dando vita a una rete di sostenibilità umana, nuova rispetto alle iniziative del settore pre-covid. Musicisti, illustratori, fotografi e esponenti delle più varie discipline creative hanno messo a disposizione la propria arte per iniziative benefiche con l’obiettivo di supportare la propria comunità, la propria città e il proprio paese durante la pandemia. 100 Fotografi per Bergamo è uno dei progetti guidato da questa missione, lanciato a fine dello scorso marzo. Bergamo chiama, il mondo della fotografia risponde. Un’iniziativa di Perimetro - piattaforma digitale nata con il desiderio di raccontare la città di Milano attraverso lo sguardo di fotografi talentuosi – che ha coinvolto una rete di 100 fotografi che hanno donato 100 fotografie, messe in vendita per raccogliere fondi a supporto dei medici di Bergamo. Moda, ritrattistica, reportage, lifestyle, un melting pot di stili che ha dato vita a un’iniziativa di grande successo resa possibile e immediata grazie a una rapida donazione via Paypal, seguita in tempo reale da aggiornamenti settimanali condivisi con la community relativi al supporto dato alle strutture ospedaliere nei mesi. Un progetto che per mezzo dell’arte ha unito generazioni, ha introdotto giovani talenti - anche - ad una audience più matura e distante, dando vita a una nuova rete di rapporti umani.

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Come momento di riflessione introspettiva sulla vita e più in generale sul mondo in cui viviamo, in questi mesi non è mancata occasione di portare sul tavolo dibattiti, condivisione di idee, di pensieri e di valori, dando vita ad un’altra forma ancora di sostenibilità umana. Se c’è un qualcosa che dobbiamo riconoscere alla tecnologia e al mondo di internet, social network annessi, è il fatto di dare visibilità ad eventi che non possono essere ignorati. La morte di George Floyd è stata una delle tante gocce che ha fatto traboccare il vaso di un movimento per i diritti civili che merita essere ascoltato, compreso e supportato. Oggi più che mai, in un momento in cui il contatto umano viene meno, l’umanità è unita come forse non lo è mai stata nel far sentire la propria voce e nel compiere azioni concrete. Migliaia se non di più, sono le iniziative nate online e sui social, di raccolte fondi a favore del movimento Black Lives Matter e altre iniziative a tutela dei diritti di minoranze che ancora oggi esistono, e si fanno sentire. Con un semplice click effettuato su Instagram, su un sito o tramite app, chiunque può dare il proprio contributo e mettersi in gioco, per supportare i valori in cui crede. Creativi del mondo della musica, dell’arte, della moda e giovani di ogni angolo del mondo hanno dato vita a un dialogo all’interno della propria comunità, tessendo le fila di una struttura umana, più forte che mai.