Un caso di cronaca nera che diventa una riflessione sul male (La città dei vivi di Nicola Lagioia), un Dave Eggers in forma smagliante, l'attesissimo e inedito romanzo di Simone de Beauvoir, la storia romanzata di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, un memoir che ci porta dentro (e fuori) dall'abisso (Nicola Neri) e il nuovo romanzo di Antonio Manzini (no, Rocco Schiavone non c'è). Libri che aprono mondi.

La città dei vivi di Nicola Lagioia (Einaudi, € 22)

Certe domande sono inevitabili, al tempo stesso non servono a niente

Nel marzo del 2016 al Collatino, un quartiere di Roma, in un anonimo appartamento al decimo piano di un palazzo di via Igino Giordani 2, due trentenni di buona famiglia, Manuel Foffo e Marco Prato, uccidono dopo ore di sevizie il 23enne Luca Varani. Un delitto efferato, inspiegabile, senza movente, che rimbalza sui media, invade i talk show, scava nelle coscienze, pone domande. Questo libro, che ci fa stare in apnea ma ad occhi spalancati, ci lancia in caduta libera nella vicenda. Nicola Lagioia è colpito dal caso da subito, da quando sente la notizia alla tv, e comincia a seguirlo, anche perché come scrive: «Sapevo cosa significava mettere mezzo passo nel cono d’ombra, sapevo che bisognava tirarsi indietro il prima possibile. Ma poi? Cosa succedeva a chi non si fermava, o non riusciva a farlo? Ecco, questo non lo sapevo per niente. Cosa ne era di chi, immerso nell’ombra, continuava a scendere i gradini? Oltre una certa soglia si apriva un mondo sconosciuto». E in quel mondo va a indagare. Fa interviste, incontra i genitori di Luca Varani, legge atti, perizie, intercettazioni, raccoglie documenti, e ci porta nella notte di Roma, in una città di vivi e di morti. Racconta, ricostruisce: il rapporto conflittuale di Manuel con il padre; le testimonanze degli amici, il dolore dei genitori di Luca, la cocaina, l’acol, l’omosessualità, la confusione, l’incredulità di Marta Gaia per quello che viene detto su Luca, il fidanzato... Arriva per cerchi concentrici a quelle 72 ore di follia, di abuso di droga e alcol, sesso, delirio, in cui nasce e si consuma il delitto, scrive pagine che si incollano addosso. Sono molte le cose che restano in mente: le venti ragioni con cui Luca dice a Marta che la ama, o la canzone di Dalida che risuona nella stanza d’albergo dove Marco tenta il suicidio. Ma ce n’è una che fatica a lasciarci: l’immagine di Marco e Manuel seduti in un piccolo locale di fronte al cimitero del Verano quel venerdì notte prima di separarsi. Quando è già successo tutto. Ma per il mondo che non sa, niente è ancora cambiato.



Casa Lampedusa di Steven Price (Bompiani, € 18)

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Courtesy Bompiani

È una mattina di gennaio del 1955 quando il medico diagnostica a Giuseppe Tomasi di Lampedusa un grave enfisema. Da qui parte questo romanzo, una ricostruzione degli ultimi anni della sua vita: la malattia, la fine di un’epoca, la scrittura del suo capolavoro, il Gattopardo, e i tentativi di farlo pubblicare. Un libro struggente pervaso di malinconia. P.S. Quando lo avrete finito andare a riprendere Il Gattopardo sarà pressoché inevitabile...

Il Capitano e la Gloria di Dave Eggers (Feltrinelli, € 13)

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Courtesy Feltrinelli

Il capitano della Glory, enorme bastimento su cui vivono migliaia di persone, è alla fine della carriera, e per sostituirlo, viene “eletto” un uomo con una piuma gialla tra i capelli, che non ha nessuna esperienza e in più è il capo di una cricca che punta ad allargare il proprio potere. Uno scherzo come recita il sottotitolo che è una feroce satira degli Stati Uniti.

After a Combray di Nicola Neri (SE, € 14)

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Courtesy SE

«È il settimo giorno di una settimana di abbuffate. È domenica mattina, e Dio non c’è. La domenica è il giorno del diavolo. Sono in autobus e sono un cattivo sapore: il rave party, l’ecstasy, ragazze prese come pillole mandate giù con il Gordon, tanti piccoli fuocherelli nella mia bocca. Le cuffie tengono a bada la città e altre cose inutili». Così comincia questo libro- memoir che ci parla di precipizi e risalite, di un ragazzo che precipita nella realtà dopo dopo aver camminato nell'abisso. In queste pagine che avviluppano, una prima persona che non lascia tregua, racconta e si racconta: gli eccessi, la droga, la spersonalizzazione, le fessure «da cui si perde la realtà», la ricerca di un senso, la richiesta d'affetto («Facciamo di tutto per sentirci amati»), la famiglia (un padre che se ne va, una madre che non mette un confine all'amore), la lenta risalita grazie alla parola, ai libri che diventano un ponte teso tra sé e il vuoto per riscrivere la vita in modo nuovo. Un memoir che intervalla ricordi e racconti, confessioni e ricapitoli, libri che sono scialuppe a cui ancorarsi («Perché scrivere un libro, o leggerlo cercando di abitarlo, è creare un mondo, correggere il proprio, è aggirare la realtà e continuare a farlo, libro su libro»), sorelle, canzoni, amori devastati, personaggi e persone e ci porta a guardare le zone d'ombra. E quell'appiglio di luce, quella parola di cui ti senti parti che ci fa fare un passo avanti e ci fa scegliere di vivere.

Gli ultimi giorni di quiete di Antonio Manzini (Sellerio, € 14)

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Courtesy Sellerio

Nora è in treno quando tra i passeggeri, per caso, riconosce il ragazzo che anni prima, in una rapina finita male, ha ucciso suo figlio. È libero, tenta di rifarsi una vita, mentre la sua e quella del marito si sono fermate a quel momento. Il nuovo romanzo di Manzini
ci porta nel buio dell’animo e si interroga su giustizia, vendetta, pietas.

Le inseparabili di Simone de Beauvoir (Ponte alle Grazie, € 15,00)

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Courtesy Ponte alle Grazie

La storia di un’amicizia appassionata e tragica, quella tra Sylvie e Andrée (che romanza quella tra l’autrice e Zaza Lacoin) legatissime nonostante l’opposizione della famiglia di Andrée, e anche la denuncia di una società chiusa e ipocrita. Un libro potente e inedito (è stato scritto nel 1954) che è una bellissima scoperta.