A prescindere dal dove, il rito di riaprire la seconda casa al mare non viene mai celebrato abbastanza. Respirare l'aria, spalancare le persiane per inondare di luce e sale le stanze, aprire il gas e farsi il primo caffè con la seconda caffettiera, che non è mai sporca “il giusto” come quella di casa. Poi è arrivato il lockdown e abbiamo rivalutato l’impensabile, incluse le seconde case in luoghi poco esotici dove si andava con una certa frequenza giusto per dovere. Se la scorsa estate gli italiani hanno viaggiato poco, questa estate l'interesse è ancora per gli spazi autonomi, di famiglia o in affitto, preferibilmente vicino, ripristinando la tradizione della seconda casa consolidata dopo gli anni del boom economico.

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Le nostre case non avranno il glamour di Casa Malaparte a Capri, degna solo di Brigitte Bardot e la sua salvietta gialla in Il Disprezzo (di Moravia prima, di Godard poi), ma l’edilizia vacanziera italiana è, dal punto di vista architettonico, più interessante di quanto si pensi. Chi ne capisce di architettura citerebbe la Pineta di Arenzano, a metà tra Acropoli di Ponente e utopia balneare per la ricca borghesia milanese, definita “museo all'aperto di arte moderna” già dopo il completamento nel 1958. È dove Marco Zanuso e Ignazio Gardella hanno reinterpretato il linguaggio delle architetture vernacolari in un complesso vacanziero usando materiali locali e assecondando il promontorio. E nei dintorni, impassibili ai dislivelli del terreno in pendio, ci sono Villa Arosio di Vico Magistretti e Villa Ercole di Gio Ponti con i loro tetti abitabili, le scale, i ballatoi e altri accorgimenti che contribuiscono ad ampliare gli spazi, come nelle navi.

Un altro esempio si trova in Versilia, a Ronchi e Poveromo, due piccole località balneari incastonate in un angolo di terra amato dai grandi scrittori e artisti del Novecento - e per la seconda volta viene chiamato in causa Moravia, che qui soggiornava volentieri. Le due frazioni, baluardi della Resistenza, conservano quello che rimane dopo l'occupazione tedesca delle ville e delle case progettate da noti architetti (Tomaso Buzzi, Aldo Rossi, Enrico Galassi) per offrire protezione e tranquillità agli intellettuali antifascisti e ai loro amici in visita.

Che si tratti di esplorare tratti di costa che immaginiamo popolati solo da nonni e bambini o di guardare con occhi nuovi la Terrazza a Mare di Aldo Bernardis a Lignano Sabbiadoro, è bene muoversi in fretta per prenotare una stanza o spulciare Airbnb, perché tra casi di colpevole abbandono o ristrutturazioni senza scrupoli, buona parte di questi edifici non risplende più come un tempo. La Saracena, una delle tre ville del trittico (incompiuto) di Santa Marinella, meta estiva del jet set capitolino, è la fortezza di Luigi Moretti che invece resiste, restaurata, per ricordarci le ambizioni tipiche dell'architettura del Novecento che tendiamo a minimizzare.

Spunti di questo genere, nello spirito di riscoprire la bella architettura italiana sul litorale, da visitare o da comprare, si trovano in abbondanza sul profilo Instagram di Casafutura. Nella sezione highlights ci sono molte altre destinazioni e immagini a cui ispirarsi, con tanto di link a libri e articoli per chi prende tutto seriamente o vuole solo fantasticare in attesa di tempi migliori. Arriverà settembre e dire di essere andati ad Arenzano per "vedere l'architettura" snocciolando date e nomi suonerà molto meglio di “Ho portato i miei genitori al mare in pineta”.