Elliot e Marian si sono sposati poco più di un anno fa, dopo essere stati fidanzati per più di tre. In questi quattro anni hanno maturato entrambi la scelta di mantenere le loro finanze separate al 100%. Mai faranno la comunione dei beni, insomma. MAI. Non hanno un conto in banca comune e ogni spesa la dividono esattamente al 50%. In maniera molto ferrea e rigorosa. Per la serie: vanno a fare una spesona? Chiedono alla cassa di dividere il conto a metà, oppure uno paga tutto e l’altro fa un bonifico della sua metà. A metà dividono proprio tutto: mobili, bollette, veterinario, affitto. Redigono persino un file excel in cui registrano le spese e fatture in sospeso. Ma andiamo con ordine.

immagine non disponibilepinterest
Getty Images

«Non sapevo che il mio fidanzato avesse comprato una macchina da 17.000 $ fino al giorno in cui mi ha mandato via WhatsApp un link del sito web di una concessionaria».

«Guarda!», ha scritto nel messaggio.

«Carina” ho risposto. "Ma perché me la stai mandando?”

«L’ho appena comprata!”

«Avevo già un’auto. Viviamo a San Francisco, una città in cui abbiamo a malapena bisogno di una, figurarsi di due macchine. Eppure, qualche giorno dopo il messaggio siamo andati alla concessionaria e abbiamo ritirato una fiammante Toyota blu, che il mio compagno aveva provato e acquistato sul momento. Mentre sistemavo per la prima volta il sedile lui si gira verso di me e mi chiede: “tutto ok?”. “Ah, bè, sì rispondo io…”. “Dici che devo chiederti prima su questo genere di cose?”. Eravamo impegnati solo da pochi mesi e e già discutevamo di problematiche più grandi di noi. “È il tuo denaro, tesoro, puoi farci quello che vuoi”, risposi. Lo pensavo e lo penso ancora».

Questo lo scenario che si era proiettato a Marion quando ancora era fidanzata con Elliot. Motivo in più per spingerla a raccontare nei dettagli la sua storia a Bazaar.com con tanto di dettagli tecnici sul suo poi matrimonio e, soprattutto, sulla sua precisissima amministrazione famigliare. «Dopo un anno di matrimonio possiamo dire di dare il nostro contributo alle spese famigliari esattamente in egual maniera, avendo il resto dei budget a disposizione per noi stessi, per spendere i soldi da noi guadagnati come più ci pare. Non ci facciamo le pulci a vicenda, non ci giudichiamo. Confidiamo semplicemente l’un l’altro che siamo persone adulte e che possiamo prendere delle decisioni autonomamente. Come è giusto che sia. In tutte le coppie del mondo».

immagine non disponibilepinterest
Getty Images

«Quando ero bambina ho visto mio padre chiedere almeno un miliardo di volte a mia madre come aveva speso tutti i soldi che aveva nel portafoglio. Mia mamma doveva annotare tutte le spese, anche i 3 $ del caffè. Non li ho mai sentiti litigare, fortunatamente, ma certamente quello dei soldi è sempre stato un dibattito molto molto acceso». Alle orecchie di una giovane Marion il dibattito coniugale sui soldi era alla base della convivenza civile. Crescendo Marion capisce che il denaro è la ragione numero 1 per cui molte coppie finiscono con lasciarsi, o litigare. Così quando decide di sposarsi ha un unico punto fermo: che la condivisione del denaro non ha senso. «Perché mio marito dovrebbe chiedersi il motivo per cui ho deciso di comprare un paio di scarpe da $ 200? Perché dovrei giustificare a lui -anche se è l’amore della mia vita- come voglio spendere i soldi che ho duramente guadagnato?». Queste le domande che hanno portato Marion a valutare che, anche se non possono condividere il cognome sul numero di conto, sono ugualmente partner e, insieme, hanno tutto il diritto di decidere di tenere fuori i soldi dalla loro equazione. Ironia della sorte, però, il conflitto rispetto alla questione si è scatenato fuori dalla loro relazione: sono gli amici e i parenti a criticare le loro scelte e a non capire il perché di questa scelta. La critica? Non condividere le finanze rende le coppie meno “squadra”, meno “affiatate”. La risposta di Marion è che sarebbe molto più fastidioso guardare Elliot spendere il suo denaro. O interrogarlo sulle sue scelte economiche nel quotidiano della vita domestica.

immagine non disponibilepinterest
Getty Images

Un esempio della nostra convivenza felice? «L’anno scorso ho speso tutti i miei risparmi in un viaggio a Londra: ero sola, ho affittato un Airbnb e vagato per le strade londinesi come se non ci fosse un domani. Pochi mesi dopo Elliot è andato in Laos con i suoi amici e ha trascorso due settimane in moto con gli amici. Che male c'è?!». Marion è consapevole che qualora dovessero arrivare dei figli le cose potrebbero cambiare ma, per il momento va benissimo così.