Madri attempate, madri in ritardo (cronico), madri pentite e madri per forza. Il clamore delle ultime dichiarazioni (più o meno famose, in ultima Adele) sulla scelta di diventare madri con i propri tempi è esploso per poi diventare ridicolo ma delle volte anche molto liberatorio. Perché? Perché il vaso di Pandora è stato aperto e ne sono usciti: pannolini rosa (e boom di nomi che non sentivamo da decenni), scelte di scuole non sempre ortodosse e rapporti davvero sinceri tra madri& figli. In tutto questo si aggiunge la ricerca recente del Journal of the American Geriatrics Society, sì geriatria e maternità nello stesso titolo, a braccetto, senza provocazione ma solo con la scienza a sostenere (il cambiamento). Lo studio, infatti, rivela che diventare madri più tardi rispetto ai canoni classici (over 35 per intenderci) non solo aumenta le capacità intellettuali delle madri ma le allontanerebbe anche dalla demenza senile, dalla perdita di memoria e dalle crisi pre-menopausa. In un contesto mondiale di madri che hanno ampiamente lasciato a casa la bandiera del “madre subito”(in questo altro studio si parla di non voler diventare madri per nulla) la ricerca che suggerisce gli effetti benefici di una maternità tardiva potrebbe scompaginare i piani (e i cliché).

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Lo studio, che ha ampiamente lasciato da parte l’hashtag #fertilityday e storie di mamme over 40, è partito dall’analisi comportamentale di 830 donne post-menopausa: nell’analisi sono state considerate numerose variabili “intime”, dal primo ciclo al numero di gravidanze, dalla distanza di una maternità all’altra al tipo di fisicità. E i risultati sono stati tra i più stimolanti di sempre in materia: «più è lungo il periodo riproduttivo in cui si ha una vita sessuale - anche con uso di contraccettivi - che sfoci poi in una maternità tardiva, e più è sensibile la capacità intellettuale delle donne prese in esame. Al contrario: donne diventate madri tra i 15 e i 24 anni hanno dimostrato un lieve peggioramento dell’elasticità mentale raggiunta la soglia dei 40 anni». Nulla di allarmante sia chiaro (e tanto meno giudizio su scelte di maternità, altrimenti la polemica di cui sopra sarebbe ancor più infinita) quanto un’analisi che conferma l’assoluto dinamismo che un figlio può portare nella vita di una madre. Senza distinguo di età. Lo studio sulle madri tardive rivela, per ammissione di una delle ricercatrici, Roksana Karim, che «l’enorme aumento dei livelli ormonali durante la gravidanza può influenzare molto positivamente il funzionale del cervello e quindi più tardi si rimane incinta più si protraggono questi effetti positivi. Attenzione questo non significa che rimanere incinta prima assicuri un invecchiamento accelerato». Nelle lunghe storie raccolte in mesi di outing (non ultima: l’essere stata una madre teenager che si trova ad avere una figlia a sua volta madre teen) la condivisione di storie sulla scelta di diventare madri, alle proprie condizioni e tempi (addio business woman tutta voli e niente figli), sembra avere un nuovo ruolo: detronizzare i giudizi e alimentare nuove forme di famiglia, tardiva, libera, preziosa.

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