Il talamo è l’equivalente di un altare sacro. Il corpo si stende, la mente si distende, l’eros può rimanere altrove. A questa specifica sociale avevano pensato i grandi capoccia (sceneggiatori e ancora di più produttori) di Hollywood quando è esplosa la commedia che ha reso gli Studios la realtà più influente del pianeta. Era il 1927 e la Motion Picture Association of America pubblicava un saggio con cui invitava tutti i registi a prevedere scene di coppia in cui i protagonisti andavano a dormire in stanze separate. Il saggio si chiamava The don’t and be careful e per anni è stato al centro della leggenda che dormire in letti separati fa bene, marito e moglie dormono separati per il bene della civiltà. E di un sesso racchiuso in un dedalo di cliché. Secondo un’analisi americana, raccolta da Mona Chalabi per FiveThirtyEight, 90 anni dopo gli americani amano ancora quel cliché hollywoodiano. E dormire separati è tornato essere il big trend. MONDIALE.

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Secondo la National Sleep Foundation il 23% degli statunitensi conviventi dichiara che il sonno è prezioso e salvifico proprio perché il partner dorme in un altro letto, in un’altra camera, sul divano. E se non tutte le coppie sentono l’esigenza di addormentarsi ogni notte da soli, buona parte di loro ama poter avere almeno una notte di totale solitudine. La sorpresa della ricerca affonda le radici in insospettabili rivelazioni: se la parte più consistente dei supporter dei letti separati supera i 60 anni (e spesso 40 di matrimonio) la tendenza delle camere divise sta toccando sempre più coppie relativamente giovani che, non è da sottovalutare, vivono in appartamenti dalle metrature più piccole rispetto ai genitori 60enni che si potevano permettere camere divise (o le camere dei figli ri-convertite per sé). Pochissimi, secondo gli intervistati, seguono il vecchio cliché di letti sperati ma nella stessa stanza (solo il 3%), mentre il 31% dei pro-letti separati ha ammesso che, viste le difficoltà di spazio, si accontentano del divano come soluzione per sonni tranquilli.

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Dormire separati per evitare di fare sesso? Le nuove coppie non dormono separate per non fare sesso (compresa la donna che ha confessato al marito quanto al sesso preferisse l’autoerotismo): il 45% sceglie letti separati perché il partner russa, il 26% opta per il divano quando lui/lei è ammalato/a, il 16% perché lavora in orari opposti. Solo il 6% evita la divisione del talamo per problemi di sessualità (e imbarazzo nell’ammettere che l’intimità è piombo). Secondo Neil Stanley della Norfolk University il dormire separati non è affatto negativo sul tema sesso. Anzi. «Il problema del sesso e del sonno è un ragionamento unicamente umano e moderno. Gli animali non se ne preoccupano: per loro non sussiste il bisogno di spazio per una o l’altra funzione. La verità è che abbiamo iniziato a costruire le camere da letto per il sesso: ovvero per celare la vergogna delle più animali tendenze sessuali». No, non per il giaciglio sicuro. La psicologia delle camere da letto abbraccia un altro trend di sopravvivenza ancora più moderno: il ristorante è la nostra cucina? Il club è il nostro salotto? La camera da letto è il nostro cocoon? La casa, in generale, deve rilassarci, accontentarci, limitare le tensioni al minimo: e scegliere l’arredo giusto non basta. Delle volte serve dormire sul divano. E scordarsi dell’altro.

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