«Ti ho sognato stanotte. Eravamo a casa di amici e tu arrivavi vestita con un paio di pantaloni di velluto verde e dei texani. Figo. Ciao!». Da prima che esistesse WhatsApp e prima prima degli Smartphone, con questa persona comunicavo solo tramite sms o usando le chat di Msn. Preistoria, praticamente. Questa mattina in un attimo è stato il 2007. Il mio ex fidanzato che non sento, vedo, frequento da dieci anni mi ha scritto su WhatsApp (confermandomi che: no, non siamo più nel 2007). La prima cosa che ho pensato è stata: «probabilmente vorrà suggerirmi di non azzardarmi a indossare i pantaloni a zampa di velluto insieme a un paio di camperos. Tenero». E invece mi ha scritto, banalmente, per attaccare bottone. 10 anni e 10 modelli di Smartphone dopo.

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Una premessa è necessaria: non ci siamo lasciati benissimo. Okay, avevamo 19 anni (lui 20), ma come dicevo a mia madre a quel tempo «l’amore non ha età e io lo amo davverooo». Tenera. Non so perché ci siamo lasciati, una spiegazione ragionevole da adulta proprio non la trovo, ma una cosa la so: quella rottura mi ha fatto soffrire. Per una serie di N motivi e N (pochissimi per quanto mi riguarda) flirt/fidanzati che si sono messi in mezzo, il nostro rapporto non è esistito per parecchio tempo. Fino a quando non ho deciso di indossare un paio di pantaloni di velluto e dei texani evidentemente.

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Ma cosa si dice a un ex che non si sente da dieci anni? Prima di tutto si dice GRAZIE. Perché quella rottura che probabilmente ha compromesso per sempre la tua spensieratezza da adolescente ti ha reso una cazzutissima trentenne (e speriamo quarantenne, cinquantenne, sessantenne…). E poi si chiede SCUSA. Per la cagacazzo epica che sei stata in passato («Dici? Io non ho questo ricordo». Se, se, me le ricordo io le scenate che ti infiocchettavo). Chiacchierare con un ex che non si sente da dieci anni è terapeutico. Meglio, molto meglio di una seduta dall’analista (e non solo perché è gratis). È stimolante perché ripassando la nostra storia ho capito che quello che ho vissuto io, lui l’ha vissuto in modo completamente diverso, e che i pensieri che ho avuto io in questi anni di silenzio li ha avuti identici anche lui («Non sai quante volte avrei voluto scriverti. Ma poi, sai come vanno queste cose»).

Ci sono voluti 10 anni prima che uno dei due decidesse di togliersi questo enorme peso dal cuore. È bastato un selfie e una canzone per capire in dieci minuti chi eri e cosa sei diventata. E tirare un ENORME sospiro di sollievo. Morale: scrivetegli. O indossate un paio di texani.

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