Lampone nero, olio di açai, alga rossa, ippocastano, foglie di tè, bacche di Goji, semi di sesamo… e un Premio nobel per la chimica dopo, è nato Noble Panacea. Lo skincare brand che prima di presentarsi sul mercato del beauty ha stravolto, rivoluzionato, cambiato i paradigmi dell’industria chimica. Responsabile principale di questa evoluzione contemporanea con effetti a lungo termine sul futuro è Sir Fraser Stoddart, attualmente Board of Trustees Professor di Chimica alla Northwestern University, Premio Nobel per la Chimica nel 2016 per il suo lavoro sullo studio del movimento molecolare, a cui ha dedicato la vita. Nel 2019 ha deciso di fondare Noble Panacea insieme a Audrey Bois Nicolaï, Responsabile dello sviluppo e Céline Talabaza, Chief Executive Officer del brand di skincare completamente sostenibile (attualmente in vendita in Italia esclusivamente su LuisaViaRoma.com e su noblepanacea.eu) che si compone di due collezioni innovative meticolosamente realizzate per offrire una trasformazione efficace della pelle: The Brilliant per prevenire, preservare, proteggere e The Absolute per riparare, ripristinare, rigenerare. Quindici anni di esperienza nello sviluppo dei brand e nella definizione di strategie di marketing nel settore della bellezza, una carriera divisa fra giganti del mondo beauty come L'Oréal, LVMH e Unilever, abbiamo parlato di Noble Panacea con Céline Talabaza, e non potevamo non iniziare l'intervista così...

Come ci si sente a lavorare con un Premio Nobel?
“È un privilegio enorme. Sir Fraser non è solo un premio Nobel, è un mentore, un’ispirazione, una mente brillante, un essere umano umile, un professionista che spinge gli altri a dare il meglio di sé, in tutte le situazioni. Lavorare con una persona come lui è stata un’esperienza unica tanto a livello personale quanto di brand, il suo contributo è un grande step per l’industria della skincare mondiale”.

A cosa non avreste mai rinunciato nella creazione del brand?
“Alla tecnologia, viene prima di qualsiasi cosa, senza di essa Noble Panacea non esisterebbe. Nello specifico, parlo della tecnologia Organic Molecular Vessel, che offre un’azione trasformativa della pelle attraverso la protezione e il rilascio programmato di ingredienti attivi di altissima qualità. Si tratta di una scoperta che può essere applicata in diversi settori, dall’industria farmaceutica a quella delle energie rinnovabili, Sir Fraser e il suo team hanno pensato che applicarla a quella della skincare fosse il modo più veloce per portarla sul mercato. Il suo desiderio era quello di lasciare il segno, regalare un’eredità preziosa alle generazioni future. Abbiamo parlato spesso di quanto la scienza lavori duramente a tantissime ricerche che poi, alla fine, solo poche persone al mondo hanno modo di comprenderle e testarle veramente, è per questo che lanciando Noble Panacea desiderava creare qualcosa di importante che fosse davanti agli occhi di tantissime persone, ogni giorno”.

Hai parlato di “rilascio programmato degli ingredienti attivi”, non lo avevo mai sentito prima d’ora, di che si tratta?
“Praticamente i singoli ingredienti presenti nei nostri prodotti sono programmati per essere rilasciati con tempismo, controllo e sequenza ottimali per massimizzare l’efficacia dei singoli principi, garantendo il massimo assorbimento da parte della pelle nel punto giusto per una penetrazione fino al 35% superiore rispetto ad altri brand. Quindi, gli attivi vanno in profondità e si “aprono” quando devono aprirsi, è come se avessero un’intelligenza che gli permette di capire e di autogestirsi. Così, invece di applicare tutti gli ingredienti tempestivamente sul viso, un’azione che potrebbe causare irritazioni o pesantezza, si ha un vero e proprio controllo del rilascio degli ingredienti. A lungo termine”.

A lungo termine, in che senso?
“Il rilascio a lungo termine degli attivi è programmato attraverso un metodo scaglionato basato sul profilo dell'ingrediente e sui suoi benefici per la pelle. Questa tecnologia di rilascio prolungato permette un dosaggio continuo durante la fascia oraria terapeutica in cui è più potente ed efficace. Devi immaginarti come se gli ingredienti fossero dei trenini che devono entrare in dei garage, la tecnologia sa in che momento e come aprire la saracinesca per farli entrare e dice loro dove andare. Insomma, non devi svegliarti nel bel mezzo della notte e rimetterti la crema perché senti la pelle secca, la tua pelle prenderà e a poco a poco gli attivi quando ne avrà necessità”.

Con che tipo di ingredienti lavorate?
“Lavoriamo solo con ingredienti che fanno la differenza e che fanno effetto davvero. E, soprattutto, sappiamo anche come gestirli, perché se tu hai ingredienti ottimi ma non sai come formularli o miscelarli insieme in una linea skincare, non ha senso. È come se comprassi un bellissimo abito da sera per andare a un party, prendi il taxi ma il taxi si rompe e ti lascia per strada e non fai in tempo ad andare al party, aver comprato un abito bellissimo non sarà servito a nulla. La nostra filosofia è: se investi nei migliori ingredienti, devi investire anche nel far sì che quegli ingredienti raggiungano il posto giusto”.

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Courtesy Noble Panacea

Come mai avete deciso di lanciare il brand al Metropolitan Museum of Art di New York?
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Ho dei ricordi vividi di quel giorno, la sera del debutto, era l’ottobre del 2019. Volevamo essere circondati da sculture e culture diverse, perché Noble Panacea è scienza e arte insieme. La tecnologia molecolare alla base del brand è un vero capolavoro".

Cosa vuol dire che alla base del brand c’è “una visione olistica”?
“Lavoriamo per costruire un brand che faccia la differenza, concretamente, grazie all’innovazione, grazie alle tecnologie, grazie all’umanità delle persone che ne fanno parte. Ogni brand che nasce sul mercato, qualsiasi esso sia, dovrebbe avere una storia vera e una missione chiara, la nostra è portare nelle case di quante più persone possibili una tecnologia unica, rivoluzionaria, che non esisteva prima. Inoltre, da esperto di chimica green, Sir Fraser vuole lasciare qualcosa alle future generazioni anche e soprattutto in termini di sostenibilità, per questo ci assicuriamo che tutte le fasi di produzione e il lifestyle attorno al brand siano coerenti con questa visione. Dall’assenza di plastica ai pack realizzati su base vegetale, alle daily doses riciclabili, e la possibilità di acquistare solo i refill, tutto in Noble Panacea è devoto alla sostenibilità. La visione olistica è insita anche nel lavoro di ricerca e supporto scientifici che portiamo avanti, il nostro obiettivo è batterci ogni giorno per aumentare la conoscenza sulla ricerca scientifica, supportare e finanziare il lavoro delle donne, anche attraverso la sponsorizzazione di scolarship per giovanissime che vogliono studiare scienza”.

A proposito, ci parli della partnership di Noble Panacea con Girl Up?
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Noble Panacea attribuisce un’importanza fondamentale al ruolo dell’istruzione. Personalmente, provengo da una famiglia di insegnanti, per me l’istruzione è la base imprescindibile per una generazione futura di successo e un domani migliore. Non posso che essere entusiasta di questa collaborazione volta a promuovere l’istruzione scientifica femminile in tutto il mondo attraverso la partnership con Girl Up, associazione fondata dalle Nazioni Unite nel 2010 che, come recita il loro claim, vuole “Uniting Girls to Change the World”.

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Courtesy Noble Panacea

Sembra impossibile pensare a nuovi margini di miglioramento ma… Cosa c’è nel futuro prossimo di Noble Panacea?
“Ci stiamo occupando di rendere il brand quanto più sostenibile possibile e stiamo anche studiando i bioritmi e la cronobiologia applicati alla cura della pelle. Per dirla breve, conoscere gli stadi di idratazione e disidratazione dell’epidermide, il momento in cui “inizi a perdere acqua”, o l’esatto istante in cui il tuo corpo è in grado di recepire gli attivi nel modo migliore. Ecco, noi studiamo tutto questo per capire come poter agire con la nostra tecnologia”.

Qual è la sfida più importante per l’industria della skincare oggi?
“Trovare una via per distinguersi, è un mercato molto saturo e dalle altissime aspettative, soprattutto da parte dei consumatori. Sicuramente il tema della trasparenza gioca un ruolo fondamentale, se vuoi lanciare un brand oggi devi condividere tutto con il pubblico, dai processi creativi agli ingredienti che hai e che non hai, dove li prendi, dove produci, su cosa investi e a cosa stai lavorando per il futuro, magari non è una sfida ma è qualcosa che cambierà e sta cambiando già il mercato perché fino al passato recente non è sempre stato così. E poi diventerà tutto sempre più digitale e digitalizzato, bisogna farsi trovare pronti, attraverso e-commerce dedicati o profili social ben strutturati, ma senza dimenticare di far sentire le persone parte di una community, di un’esperienza unica. E, quando compri qualcosa online, non è sempre facile risvegliare i cinque sensi del pubblico, siano le profumazioni siano le texture. Probabilmente la vera sfida dell’industria skincare dell’immediato futuro sarà questa, vivere perfettamente in un mercato digitalizzato senza trascurare le esperienze attorno allo skincare testing”.

Il tuo lavoro nell’industria beauty ti ha portato in tutto il mondo, cosa hai imparato del modo di intendere la skincare attraverso i cinque continenti?
“Mi sono lasciata ispirare parecchio dalle interazioni con le persone più diverse che ho incontrato in tutti questi anni, ho imparato tanto, è stato prezioso avere l’opportunità di ascoltare diversi punti di vista. In termini di skincare, le persone di ogni nazionalità hanno bisogni differenti, così come è diverso il processo di invecchiamento dei diversi tipi di pelle, a seconda che tu sia asiatico o caucasico. Ad esempio, se vivi a Singapore, dove l’umidità è al 97%, e tu crei prodotti skincare, devi assicurarti che le texture siamo leggere e non burrose”.

Ci lasci con qualche tips della tua skincare routine?
“Testare testare testare sempre nuovi prodotti per crearsi una rosa di best of personali, quelli che la nostra pelle ama, tollera, esalta di più. Io ho provato di tutto negli anni, ma torno e ritorno sempre a Noble Panacea. La mia skincare routine è semplice ma efficace: lavo il viso con un detergente delicato, applico siero e eye cream prima della crema viso, per essere sicura che penetri al meglio. Prima di andare a dormire ripeto gli stessi passaggi applicando invece una night cream e ogni tanto mi concedo un maschera rigenerante”.

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Courtesy Noble Panacea
Céline Talabaza