Siamo nel 1935 e Sinclair Lewis ci mette quattro mesi a scrivere il romanzo profezia che annuncia l'arrivo di Donald Trump. Questa sembra la tesi di un'intellighenzia ferita che sta scovando ovunque gli scheletri negli armadi di casa Trump e qualunque appiglio possa servire alla causa della dimostrazione della sua immoralità. Da mesi Salon.com, avanguardia editoriale delle 40something illuminate, spara a zero su Donald Trump con una cadenza quotidiana: c'è perfino una signora che chiede al Presidente di rimborsarle la cena di quella sera in cui lui disse di aver dimenticato il portafoglio a casa.

Ma tant'è: in questo romanzo, dal titolo Qui è impossibile, ambientato in un'America post Grande Depressione popolata di nuovi poveri in fila alle mense per un piatto di minestra, il Guardian trova coincidenze da panico con il 1935. Eppure, la sensazione è che si stia cedendo all'esagerazione, alla forzatura e forse a una retorica al contrario. Perché, alla fine, di questi attacchi Donald Trump sembra addirittura giovarsi.

Vediamo i punti salienti che questo bestseller d'epoca (300mila le copie vendute allora) fornirebbe a ribelli anti Donald Trump:

1 Alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, l'American Bund tedesco radunò più di 20mila militanti a Madison Square Garden. A New York non si era mai vista una manifestazione pro-Hitler così. Fritz Kuhn, capo del movimento filo nazista, lanciò vari sfottò a Roosevelt, ribattezzandolo "Rosenfeld". Dalla battuta scaturì un'ovazione. Sinclair Lewis partì da quell'episodio per creare il suo antieroe, il demagogo ignorante Berzelius "Buzz" Windrip, al quale nel romanzo fa vincere le elezioni del 1936. Lo eleggono milioni di cittadini americani impoveriti e furiosi. Gente che aveva sfilato esibendo cartelloni «We want to become human beings again», ossia vogliamo diventare di nuovo esseri umani. Vogliamo Buzz! Slogan che ricordano il «make American Great Again» di conio trumpiano. Ma fin qui non si vede onestamente nulla di immorale.

2 Windrip si circonda di tycoon e uomini di potere che nel romanzo lo supportano e gli offrono consigli. Gli slogan alzano i toni al massimo fino all'incitamento alla guerra contro il Messico e all'apologia del fascismo: «Ogni volta che una persona impegnata in prima linea è definito "fascista" la vostra mente dovrebbe considerare che è semplicemente un cittadino americano leale e impegnato a difendere il suo Paese». Ora, l'accusa di fascismo meriterebbe una riflessione: a quei tempi era comprensibile a menti americane piuttosto raffinate. Nell'immaginario di una popolazione massacrata dalla crisi economica generata dal liberismo, l'apparente ordine e lo stato sociale ben organizzato avevano di certo un discreto appeal. Più delle libertà calpestate.

3 Nel romanzo c'è anche un eroe, un giornalista, di nome Doremus Jessup: si imbuca a una manifestazione pro Windrip al Madison Square Garden e poi scrive di come la retorica del buzzurro Buzz risulti irresistibile per decine di migliaia di americani frustrati. Gente che comprende soltanto slogan arrabbiati e che non è affatto interessata a capire i torrenti di menzogne che escono dalla bocca di Windrip. Questo antesignano di Donald Trump sa bene che cosa dire alla sua audience. Per esempio che ogni americano sarà garantito con un reddito minimo di 5mila dollari (equivalenti a 88mila di oggi, scrive il Guardian). Inoltre promette che il Messico sarà trattato con severità e così anche i banchieri ebrei.

Secondo la tesi che collega Donald Trump a Windrip il paragone si conclude con un semplice "trova/cambia": mettere musulmano al posto di comunista e ispanico al posto di ebreo. Ed ecco gli Stati Uniti di oggi. E per fortuna si conclude qui. Perché nel romanzo profezia, invece, il presidente ordina l'invasione del Messico. Di ritorno dal fronte i soldati cantano When Johnny Comes Marching Home. Gli oppositori politici finiscono nei campi di concentramento, mentre "le persone per bene" si rifugiano in Canada. Tutto abbastanza poco profetico. Anche se sul Canada...