In questa bizzarra epoca di chef stellati e molecolari e concettuali e biodinamici è alquanto difficile per un bolognese che vive a Milano parlare dell'evoluzione gastronomica della sua città natale. Perché è una città stereotipica e i suoi piatti più noti e radicati nell'immaginario collettivo sembrano cartoline degli anni Cinquanta, dell'epopea dei biassanot (masticanotte) o calendarietti semiporno da barberia. I non bolognesi sono nella migliore delle ipotesi fermi alle sue osterie dal vinello proletario cantato negli anni Settanta da Francesco Guccini e celebrate anche oggi come un rito iniziatico (parecchio sbiadito a dir la verità) dagli studenti fuorisede dell'Alma Mater.

Ma è un vero peccato, perché, come ci fa notare Benedetta Cucci, anche Bologna ha trovato la sua strada “foodie”. Il volumetto La Bologna Foodie della Bea (Edizioni QN/Resto del Carlino) è il diario/guida di una bolognese non convenzionale. Per intenderci una di quelle persone che, pur felsinee nel midollo, ha sempre viaggiato per il mondo con quattro occhi speciali: papà Italo e mamma Grazia: «Con loro», racconta Benedetta, «ho visto posti splendidi dove ho saccheggiato tutto ciò che potevo, sensazioni, visioni, musica, cibo, sport, natura, urbanità estrema, cultura, arte e politica. Perché con loro il viaggio è sempre molto di più di un passaggio al museo o al monumento d'obbligo». Quanto basta per iniziare un lavoro di scavo sugli indirizzi segreti e top della città che va avanti dal 2008 con il blog A pranzo con bea. «C'è un demone bighellone in tutti voi» dice Benedetta, che fugge dagli stereotipi e cerca atmosfere». Questo libretto vi aiuterà a trovarle. Eccone 10 scelte dal libro e frutto di una totalmente libera selezione del concittadino scrivente (che li ha provati). Ma nel libro ne trovate più di 100.

1. COLAZIONE DA BIANCA. Ovvero il “caffè” come i bolognesi non lo avevano mai visto: decor francese, teiere sontuose e “briochine” vegane. VIA SANTO STEFANO 1.

2. REGINA DI QUADRI. Nell'”upper side” di Bologna, è il Quartier generale del pasticcere Francesco Elmi, un uomo che vi insegnerà il piacere di un cappuccino quasi porno da dolcificare con la crema di zucchero con uova e marsala che sta sul bancone. VIA CASTIGLIONE 73 A.

3. VANILIA. Eccoci al Pratello e a un locale perfetto per chi apprezza le “schiumine” artistiche dei cappuccini. VIA DEL PRATELLO 100.

4. TWINSIDE. Una “trattoria di quartiere”, un bistro social aperto dalle 12.30 alle 23.30. Cucina che è in contatto con l'agricoltura della zona, ma lontanissima dal colesterolo di un tempo. VIA DE' FALEGNAMI 6.

5. VIA CON ME. Tra le vie che rinascono a nuova vita c'è via Belvedere. E tra i capisaldi questo ristorantino che reinterpreta. E lo fa bene. Un esempio? Passatelli con i ceci o con le vongole. VIA SAN GERVASIO 5.

6. GILBERTO. Sì, ok, come souvenir vanno bene anche i tortellini. Ma se volete sorprendere davvero comprate vasetti di mostarda in questa drogheria davvero fantastica. VIA DRAPPERIE 5.

7. EX FORNO/MAMbo. Ovvero un posto da brunch bolognesizzato. Lasagne e muffins, ciambella e apple pie. VIA DON MINZONI 14.

8. GIARDINO DELLE CAMELIE. Cerimonie del . Miscele al top come quelle di Marriage Frères. Afternoon tea a 20 euro a persona, su prenotazione. VIA SAN VITALE 7 B.

9. CASA MINGHETTI. Ovvero l'aperitivo di design. Tanto per dire che l'accoppiata non è solo milanese. PIAZZA MINGHETTI 1 A.

10. VINERIA FAVALLI. Emilia non è solo lambrusco. Qui con 400 etichette da scegliere potrete mangiare anche la piada ferrarese fatta con la zucca (e comunque anche il lambrusco è di quelli eccellenti). VIA SANTO STEFANO 5 A.