Il problema si ripresenta ogni volta che una donna ha la malaugurata necessità di andare in un bagno pubblico. Troverà puntuale, e delle lunghezze più disparate, una coda. All'autogrill, ma anche in pizzeria. Al cinema, ma anche a un concerto. Al bar, ma anche sul posto di lavoro. Ma perché la fila al bagno delle donne è sempre più lunga? Perché i bagni delle donne sono sempre "affollati" mentre quelli maschili sono perlopiù deserti? Il fenomeno riflette l'ennesima disuguaglianza di genere (btw in Italia le donne guadagneranno come gli uomini solo nel 2049)?

Secondo un recente sondaggio condotto da Yougov e ripreso dal Guardian il 59% delle donne dichiara di trovare regolarmente la fila quando va in un bagno pubblico, contro l'11% degli uomini. Il motivo? Le donne trascorrono più tempo in bagno rispetto ai maschi. Perché? Per diverse ragioni che vanno dall'indossare indumenti più "difficili" da abbassare, togliere, sbottonare, slacciare..., perché devono sedersi, movimento che richiede più tempo, cambiarsi l'assorbente... Ironia della sorte gli uomini hanno a disposizione, oltre ai bagni chiusi, anche gli orinatoi che, occupando poco spazio, sono spesso numerosi.

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foto di Unsplash (Robert Nelson)

Lo scorso settembre ad Amsterdam è stata lanciata la campagna social #zeikwijven (le ragazze che fanno la pipì) per denunciare la mancanza di servizi igienici pubblici riservati alle donne nella loro città: 35 orinatoi contro solo tre toilette riservate alle donne. Perché? Qualche mese prima nella capitale dei Paesi Bassi una donna, Geerte Piening, 23 anni, che aveva fatto pipì in strada in piena notte, quando tutti i bar e le caffetterie della zona erano stati chiuse, dovette pagare una multa di 90 euro perché, secondo il giudice, "avrebbe dovuto usare l'orinatoio".

Il problema è politico, ma anche storico, come spiega la giornalista Soraya Chemaly nell'articolo intitolato The Everyday Sexism of Women Waiting in Public Toilet Lines ###/i

È arrivato il momento di trovare una soluzione al problema (sessista) delle code ai bagni delle donne! Quale potrebbe essere? Alcune città della Germania e della Svezia hanno servizi igienici misti. La stessa scelta l'ha fatta, lo scorso settembre, la facoltà di Tours François-Rabelais, come si legge su Le Figaro, per combattere le discriminazioni transgender. Movente diverso, ma risultato ottimo, al di là di ogni genere. Sennò si potrebbero aggiungere nuovi bagni: in Giappone, per esempio, le toilette pubbliche sono presenti a ogni angolo della strada. In alternativa potremmo attuare una discriminazione "positiva": dare più spazio ai bagni femminili. Se necessario, togliendoli a quelli maschili. Spesso vuoti.

In apertura foto di Unsplash (Marten Bjork)