È arrivato il momento della stagione in cui per andare (o convincere qualcuno a portarvi) da Ikea avete una scusa. Bella come i nodi imperfetti di un albero secolare, buona come il desiderio di sostenibilità dietro al recupero del legno scartato da quello stesso albero secolare. In poche semplici parole, come i pilastri che sorreggono il colosso svedese, il motivo per cui il fil blue (e giallo) della gita fuori porta del fine settimana sarà Ikea è la nuova collezione Industriell. Progettata insieme al designer di bandiera Piet Hein Eek, Ikea Industriell è la limited edition che rivoluziona la produzione in serie e sostituisce l’idea e gli obiettivi di uniformità con quelli improntati all'imperfezione. Il risultato? È una capsule di oggetti unici, dove l’aspetto umano è più evidente rispetto a quanto si possa pensare di una produzione su larga scala. “La sfida più grande è stata riuscire a conservare le imperfezioni che caratterizzano gli oggetti artigianali e li rendono unici”, ha spiegato Piet. “È stato molto difficile convincere le persone nelle fabbriche ad accettare ciò che normalmente considerano un errore”.

Dai motivi dei tessuti disegnati a mano libera ai vasi in ceramica che “nascono” dagli stampi fatti a mano, dai bordi asimmetrici dei complementi per la tavola alle sedie di pino che… “Abbiamo circa un migliaio di operai abituati a realizzare mobili in pino perfettamente bianchi”, confessa il creative leader di Ikea Karin Gustavsson, “e noi stavamo chiedendo loro di lavorare in modo completamente diverso”.

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Courtesy Ikea

La sedia Ikea Industriell = i comodini sono sopravvalutati. Pochi capi ma buoni (tipo una maglia XL di Lui o una culotte couture di Lei) aggrovigliati su una seduta in legno di pino colorato POSSONO essere sexy soprammobili da camera da letto. Possono. Ovvero senza esagerare. Sottolineiamo il concetto. Soprattutto per lui.

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Lo scaffale Ikea Industriell = e adesso vediamo quanti vinili hai. L’ultimo di Motta o il live di quel gruppo jazz lì ascoltato a quel festival lì…? Domande amletiche da montaggio della consolle/libreria/porta-feticci a pannelli (s)componibili. Chi monta più velocemente sceglie la playlist, sia chiaro.

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La poltrona Ikea Industriell = Un po’ Wassily un po’ Thonet. Che i fanatici del design non montino (ehm) su tutte le furie… ma questa seduta ci riporta alla mente la stori(c)a paglia della sedia n° 14 di Michael Thonet e le linee Bauhaus-andanti della poltrona pensata da Marcel Breuer. Sarà forse per questo che il suo stile è a-temporaneo?

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Gli strofinacci Ikea Industriell = sogno di una cena di mezza estate (in balcone). Avete cucinato ininterrottamente per tutto il pomeriggio, ma quando porterete in tavola le pirofile fumanti avvolte dal blu Peony di questi strofinacci in lino, avrete un sorriso soddisfatto da far invidia a Bree Van de Kamp. P.S. Possono anche trasformarsi in federe per cuscini quadrati, da lanciare sull’amaca magari.

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Il piatto Ikea Industriell = amore, ti ho fatto la vellutata di fave con polipetti glassati al pompelmo. E lui ti dirà (perché se non te lo dice, non si merita NULLA): amore mi sciolgo come i bordi di questo piatto. Per il piatto dai bordi irregolari andate da Ikea, per la ricetta della vellutata di fave da mia nonna.

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