Se ognuno ha la propria ricetta della felicità, sembrerebbe che tutte le persone felici condividano lo stesso segreto. E secondo Laurence Bourgeois, autrice ed esperta di benessere e sviluppo personale, questo segreto sarebbe quello di avere sempre un piano B. Nel suo libro Tous les gens heureux ont un plan B (Ed Larousse, 14,90 euro) Bourgeois illustra attraverso spiegazioni pedagogiche e spirito pratico, il principio secondo il quale il modo migliore per mantenere il proprio ottimismo e il proprio entusiasmo è avere sempre bene presente cosa si potrebbe fare in caso di insuccesso.

«Aldilà dell'Atlantico, il piano B è sulla bocca di tutti», scrive Laurence Bourgeois nell'introduzione del suo libro. L'autrice prosegue citando l'americano Robert Kiyosaki, specializzato in sviluppo personale, che nel suo bestseller Padre ricco, povero padre, incoraggia i giovani ad avere sempre diverse cartucce in canna, per esempio, «a trovare un lavoro parallelo o mettere da parte dei risparmi».

L'autrice sottolinea anche che «le espressioni usate per descrivere questo famoso piano B sono moltissime - avere le spalle coperte o un asso nella manica, usare la ruota di scorta, estrarre un coniglio dal cappello - ma, in effetti, quando un progetto fallisce poche sono le soluzioni che abbiamo a disposizione.

Se la ricetta della felicità segue perlopiù i precetti del metodo Coué o del pensiero positivo, ovvero quelli che ci spingono a vedere il bicchiere mezzo piano anziché mezzo vuoto, al contrario uno studio americano del 2015 esalta i benefici del pessimismo. Considerare il peggio e immaginare come potremmo risalire la china ci consente di non rimanere a lungo, e affondare, in una situazione che non ci soddisfa.

Il fatto di prendere in considerazione delle alternative non significa che non si debba perseverare nei propri progetti, anzi. «Distogliendoci ogni tanto dai nostri obiettivi non permetteremmo al nostro cervello di fare emergere alternative originali?», si domanda Laurence Bourgeois. Avere un piano B significa semplicemente "pensare a un percorso alternativo" alla strada maestra dei propri sogni.

«Un piano B non dovrebbe essere vissuto come una sosta temporanea, una fuga o una partenza improvvisa», scrive l'autore, ma come una "soluzione creativa" a una situazione di "impantanamento". Per fare ciò, Laurence Bourgeois invita tutti a definire i propri obiettivi di vita, il percorso preferito per raggiungerli prestando attenzione ai segnali di allarme che possono preannunciare un fallimento o un rallentamento. È allora che bisogna pensare al proprio piano B, al proprio percorso alternativo, perché «creare un piano di soluzioni alternative non è qualcosa che si può fare con un semplice schiocco di dita», spiega Laurence Bourgeois.

Come preparare un buon piano B? Nella seconda parte del libro, l'esperta elenca dei consigli per preparare in modo intelligente i propri piani B. Tutto inizia, secondo lei, da una serie di domande cui rispondere, riguardo a cinque temi principali:
• domande su motivazioni e desideri
• domande per pensare in grande
• domande per l'effettiva attuazione del piano B
• domande per individuare la proprie resistenze
• domande per capire se si è pronti al peggio

Una volta fatta questa introspezione, i benefici di questo piano B saranno ben chiari. Infatti, se chi è abituato a prendere in considerazione percorsi alternativi sguazza nella felicità, è perché riesce ad affermarsi giorno dopo giorno, vivere meglio il presente e, soprattutto, ammortizzare meglio le battute d'arresto rimbalzando più velocemente di nuovo verso la felicità.

DaMarie Claire FR