Nel mezzo del cammin di nostra vita non ci sono solo le candeline da spegnere, i regali da scartare, lo champagne per brindare. Nel mezzo del cammin di nostra vita ci sono alcune cose che dovresti aver (già) fatto o pensato almeno una volta. Avere 35 anni all’anagrafe, la carta di identità che non mente. Il secondo rinnovo della patente come lo scoglio che ti fa entrare direttamente nei pre-anta (ma la vera cosa sconvolgente è il primo rinnovo, lo ammetto). Io 35 anni li compio a fine novembre. Come i bambini sono lì che sottolineo “Ho 34 anni e mezzo”, trattengo questi ultimi 6 mesi per non vederli sgocciolare inesorabilmente verso l’autunno. Sono a metà di quello che mi era stato prospettato come il decennio più bello della vita e -FINORA!- è stato un discreto rollercoaster di positività e negatività in perfetta sinusoide. Quindi ho deciso di smontare le cose imprescindibili secondo il Telegraph e poi elencare quelle che, secondo me, sono davvero la formazione base per potersi dire orgogliosamente 35enni.

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Mister M/Unsplash

#1 Diventare appassionate di giardinaggio. Io ho il pollice nero-verde. Con me resistono poche piante ma devono essere molto determinate. Non ho tempo né spazio per troppi vasi in casa, sublimo andando al vivaio. Ficco il naso tra le foglie dei limoni in fiore, guardo le piante di gelsomino e caprifoglio pronte a stordire col profumo, immagino distese di erbe aromatiche piene di api laboriose. Poi mi ricordo che vivo in città. Senza balconi. Sono orgogliosa proprietaria di un bonsai con le foglie un po’ impolverate ma una testardaggine incommensurabile. Tipo la mia.

#2 Divertirsi a mangiare all’IKEA. Se ci vado (ed è raro come il passaggio delle comete) mi preparo tipo percorso di guerra sui gomiti. Prima regola: andarci solo dopo le 20, tanto chiude alle 22. Seconda regola: lista già pronta sulla app che ti dice anche in quali scaffali trovare quel che ti serve. Terza regola: parcheggio rigorosamente vicino all’uscita. Una mappatura preventiva per assicurarsi di sbrigare tutto in un’ora, tempo record stabilito l’ultima volta (incluso pagamento alle automatiche). Meraviglie del progresso tecnologico.

#3 Stabilire la routine prima di andare a letto. L’ho cambiata almeno 300 volte, tanti quanti i detergenti usati nel corso della mia vita. Ed è la stessa da quando ho iniziato ad avere coscienza di dover salvare la mia pelle, geneticamente fortunata (scongiuri a profusione).

#4 Avere la tua collezione di Tupperware. Occupano uno spazio incredibile in ogni scaffale. E ogni volta che ne devi prendere uno specifico, il coperchio si è volatilizzato. Per quanto mi riguarda li lascio in case altrui, ne eredito altrettanti, li perdo irrimediabilmente. I contenitori per il cibo sono il grado zero del diventare adulti. E quando passi alle bento box o agli scaldavivande appositi, è persino peggio.

#5 Comprare un trapano. E avere la propria cassetta degli attrezzi. Non per bellezza. Pinze, tenaglie, pappagalli, stop, viti, chiodi, martelli, brugole (cfr. Ikea di cui sopra), e saperli anche usare coscienziosamente. Per piantare un chiodo ci vuole la tecnica. E meno male che ci sono i tutorial su YouTube (o insegnanti genderless molto pazienti).

#6 Saper scegliere il vino. Non serve un diploma di sommelier al terzo livello per comprendere che un vino da 3 euro al supermercato ti vernicerà il cervello di mal di testa il giorno dopo. Numerose sbornie dai postumi devastanti nel corso del decennio precedente te lo avranno insegnato. In linea generale, impari a bere bene e a definire ancora meglio i tuoi gusti in fatto di alcolici e superalcolici.

#7 Lamentarti dei giovani d’oggi. Una di quelle cose da fare entro i 35 anni che dovresti smettere di fare nel giorno esatto in cui li compi, o anche prima. Perché non è vero che i millennials sono la cosa peggiore che esista. È che abbiamo paura che siano più brillanti di noi.

È giunto il momento di elencare davvero le cose importanti da fare entro i 35 anni (secondo me).

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Franciele Cunha/Unsplash

#1bis Un viaggio intercontinentale. Viaggiare da sola solissima è un’esperienza che mi sono concessa rare volte e sempre per destinazioni abbastanza vicine. Non per fifa, ma perché mi piace la compagnia giusta, la condivisione. Stare in silenzio in due è un valore aggiunto. Tra i viaggi da fare prima dei 35 anni bisogna davvero aver volato oltre gli oceani e aver visto mondi che magari lì per lì non hai capito. Serve a spicconare la mente e aprire nuove strade personali di riflessione.

#2bis Vivere da soli. In una casa con altre persone gli spazi impari a gestirli, difenderli, organizzarli. E avere dei coinquilini è la più grande prova di diplomazia, un corso accelerato di filosofia dell’indipendenza. Che passa anche per orari a caso, cene improvvisate, pulizie randomiche e sesso libero (protetto) quando ci va.

#3bis Sperimentare una convivenza. Dopo la felicità della casa tutta per sé e dell’alternanza tra letti (“una sera da me, una sera da te”), arriva il momento clou: la convivenza. La prova provata che se non fosse stata un tabù per le generazioni precedenti, oggi avremmo molti meno matrimoni duraturi. Scherzi a parte, la convivenza è davvero una delle cose da fare prima del matrimonio. E pazienza se la prima non ha un lieto fine: tutta esperienza.

#4bis Imparare a pagare le tasse. Sei indipendente. Non sei più a carico della famiglia, guadagni abbastanza per mantenerti anche qualche vizio. La soddisfazione. Poi arrivano il 730 o la partita iva, e sono dolori. Ma lo impari subito: avere un commercialista di fiducia è la chiave di una vita serena.

#5bis Semplificarti la vita in ogni campo. Amicizie tossiche? Addio. Problemi? Si affrontano, non si evitano. Questioni specifiche? Esistono i professionisti. Il panico di fronte a qualcosa di sconosciuto svanisce in un lampo, la razionalità ti aiuta ad essere più preparata e reattiva. Personalmente amo un vecchio detto milanese: offellée fa el to mestée, pasticciere fa' il tuo mestiere. Se non è la mia professione, lo lascio a chi sa farlo.

#6bis Aver sofferto e superato il dolore. Possono essere lutti, amori finiti, amicizie sbagliate, delusioni lavorative. La sofferenza non è necessariamente il lato negativo della propria esistenza, è la nostra insegnante numero uno, più delle gioie che possiamo vivere. Certo, non è piacevole. Ma serve a capire molto di noi, di come siamo e di ciò che vogliamo diventare. A volte sembra sopraffarci. Ma non è mai inutile.

#7bis. Perdonarsi. Diventare indulgenti con sé stesse non è così immediato. Ma a 35 anni è un modo per non prendersela troppo con ciò che accade. Sapersi perdonare dopo un errore, dopo una decisione ponderata rivelatasi fuori misura, è un regalo che si impara lentamente a farsi. Non succede sempre. Ma succede.

EXTRA Un figlio. Argomento spinoso, scottante, difficile. Perché ognuna di noi è diversa e altrettanto sono i nostri compagni o compagne. Parlare di volere o non volere un figlio è un momento fondante di una coppia. Ci si confronta, si parla, si analizza il perché sì o perché no. È una presa di coscienza e al tempo stesso un’esposizione di fragilità e paure di cui non parleremmo facilmente con chiunque. Forse solo con noi stessi. Perché in 35 anni abbiamo imparato a farlo.

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Kelly Sikkema/Unsplash