Stefano piglierà pesci, Elena penserà a cosa pensa la gente, Arthur darà un look al dopodomani, Cristian vedrà il passato reinventarsi. E poi c’è Camilla che, alla domanda Cosa farai domani?, risponde Spierò la metropoli che cambia. La metropoli è quella sorvegliata dall’alto dalla Madunina, è quella dove giocare a giro tondo tra le porte che hanno nomi di donna, è quella in cui la piazza rima (ancora) con fare, vedere, trasformare.

26 luglio, Piazza del Liberty, Milano. Si alza il sipario californiano sul palco mozzafiato meneghino, a Milano Apple Store Piazza Liberty apre il suo portale di vetro al pubblico. E apre la creatività della ville “da bere” presentando 21 artisti locali e i loro lavori. Dai video di Karol Sudolski e Martina Pastori alla musica (e grafiche) di Mecna / Corrado Grilli e LIM, ogni artista ha risposto a modo suo alla domanda Cosa farai domani, Milano? Le loro risposte sono (diventate) un’istantanea delle energie geniali della città, e da oggi animeranno le lettere che campeggiano sulla copertura dello store.

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Courtesy Apple

“Amante dei contrasti, dei riflessi e delle persone che li attraversano”, questa è l’essenza di Camilla Ferrari, questa è l’essenza della fotografa, classe 1992, che ha usato iPhone X per scattare tra edifici moderni e monumenti storici, pareti di marmo viste attraverso specchi, periferie che assomigliano a teatri al rovescio.

Com’è fotografare la città in cui si è nati e cresciuti?
Complesso, come ricominciare da capo. Per tutta la mia vita ho dato quasi per scontato quello che vedevo, paradossalmente preferivo - e mi veniva meglio - fotografare in viaggio. Quindi più che riscoprirla, ho dovuto proprio scoprirla. Camminando per le strette vie del centro fino alle nuove periferie, ore e ore, in attesa che che tutti gli elementi giusti riempissero la scena, come attori in un teatro.

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Il momento più faticoso?
Spogliarmi dei preconcetti che avevo su Milano, scattare situazioni non troppo cliché ma nemmeno impossibili da riconoscere per un pubblico non italiano.

Parli della tua fotografia come delicato voyeurismo, cosa significa?
La delicatezza è la mia lente personale. Non ho pretese di verità e descrizione assoluta attraverso gli scatti. Preferisco stare nella mia bolla, a metà tra la realtà e il surrealismo.