Un ragazzo cammina lentamente sul ponte di un'antica e affascinante barca a vela suonando un vecchio violino. Le note sono dolci e malinconiche, ora diventano più vivaci e allegre e l'equipaggio, che si sta preparando alla prima giornata di regata della Vele d'Epoca d'Imperia Panerai Classic Yacht Challenge che si tiene a Porto Maurizio dal 5 al 9 settembre, seguendo questo ritmo incalzante si prepara a salpare.

Siamo alla 20ma edizione di questa importante e suggestiva regata, edizione che Enrico Meini e Marcella Roggero, i nuovi vertici di Assonautica, e Claudio Scajola, sindaco della città che ospita la regata, definiscono "del rilancio". La banchina, che secondo i locali e gli habitué dell'evento, spettatori e regatanti, è più ordinata e gremita rispetto alle ultime edizioni, è percorsa da un elegante blue carpet. Camminando lungo questo tappeto blu non si può non soffermarsi ad ammirare Manitou, un vintage yacht tra i più fotografati e amati di tutti i tempi.

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Ad attirare la curiosità dei presenti e a fare correre la loro mente verso affascinanti aneddoti, più o meno romanzati, è la gloriosa storia di questa barca, una storia che tra tutte le storie delle "regine del mare" qui presenti non ha eguali. Dal momento del varo Manitou ha navigato tra il Maryland, New York e Newport. Nel 1938 e 1939 vinse la Chicago-Mackinac, celebre regata dei Grandi Laghi americani. Dopo essere appartenuta alla Guardia Costiera statunitense, tra gli anni 50 e 60 diventò la barca del Presidente J. F. Kennedy, tanto da essere soprannominata The floating White House.

Sotto i paglioli della cabina di poppa di questa elegantissima barca si trova ancora la vasca da bagno usata dal Presidente. Alcuni vociferano che Marilyn Monroe fosse di casa sulla Manitou. Quel che è certo è che dopo la morte di John Kennedy venne venduta e dagli anni 70 fino al 2000 rimase ad Annapolis in stato di abbandono. Nel 2010 un consorzio composto da un neozelandese, un americano e uno svedese la fece restaurare in un cantiere di Solomons Island per poi trasferirla nel Mediterraneo via cargo. Nel 2011 debuttò alle Régates Royales di Cannes. Due anni fa ha vinto il Trofeo Panerai Classic Yachts Challenge nella categoria Epoca ed eccola di nuovo qua tra le 58 imbarcazioni impegnate, in questi giorni, nella regata imperiese.

A scrivere la storia della vela in questa banchina ci sono anche Emilia, un vintage yacht Marconi sloop lungo 20,98 metri commissionato nel 1929 dal senatore Giovanni Agnelli, lo storico Il Moro di Venezia I che nel 2013 e nel 2015 ha vinto il Panerai Classic Tachts Challenge tra i Classici, Eva, un cutter aurico di 17 metri del 1906 di proprietà di Pete Townshend, leader e chitarrista degli Who, mimetizzato, se presente, tra i membri dell'equipaggio e la Moonbeam IV. Cutter aurico del 1914 lungo 30 metri, quest'ultima ospitò (anche) Grace Kelly che qui trascorse la sua luna di miele con il principe Ranieri, e che ha vinto, tra le varie regate, le Voiles d’Antibes (2009), la Calanques Classique (2010 e 2011), il Prix du Yacht de Tradition de l’Année (Pyta) del 2009 e, nel 2011, 2012 e 2015 il Panerai Classic Yachts Challenge nella categoria Big Boat.

Fascino, preziosità e unicità sono le principali caratteristiche di queste "signore del mare", qui approdate per testimonianze varie epoche dello yachting e per mostrare la propria bellezza. A spiccare tra tutte, soprattutto per le sue colossali dimensioni - è lunga 69 metri - è l'Atlantic, una fiabesca "cattedrale sul mare" che partecipa alle Vele d'Epoca d'Imperia 2018 nella categoria Yacht Spirit of Tradition. Si tratta di una replica in acciaio dello schooner aurico a tre alberi del 1903 costruito presso il cantiere Townsend and Downey, su progetto dell’americano William Gardner. Il vecchio Atlantic che coprì le 3006 miglia di distanza tra l’America e l’Inghilterra in 12 giorni, quattro ore, un minuto e 19 secondi - record di percorrenza è rimasto imbattuto fino al 1998 - venne demolito nel 1982, mentre quello nuovo è stato varato nel 2008 presso i cantieri olandesi Van der Graaf nel 2008. E vederlo solcare le onde a vele spiegate lascia letteralmente a bocca aperta!

Ormeggiate e/o viste veleggiare in lontananza anche in regata le vele d'epoca sembrano placide imbarcazioni a bordo delle quali regna un'atmosfera zen. Nella realtà, e soprattutto viste (e sentite) da vicino sono vere e proprie macchine da corsa messe in moto da equipaggi super preparati, disciplinatissimi e spesso molto competitivi. Quando la navigazione è da diporto, però, è tutta un'altra storia. E può essere (anche) molto romantica.