Negli Stati Uniti esistono libri di self help per tutto. Manuali su come usare meglio il cervello, su come spendere meno soldi (ricordate? Ne leggeva uno anche la protagonista di I love shopping), su come vincere la paura di guidare. Uno dei prossimi che spunteranno sugli scaffali potrebbe rispondere alla domanda “come essere più generosi?”. Sentirsi poco generosi fa parte di un pacchetto di sensi di colpa non recente, ma più diffuso di quanto sembri negli ultimi tempi. Ha riscosso molto successo, ad esempio, il saggio di Rachel Sherman Uneasy Street, The Anxieties of Affluence, sulle ansie (e i sensi di colpa) dei ricchi americani. Alcuni famosi life coach come Tony Robbins o psicologi star come Adam Grat "prescrivono" la generosità (egoisticamente?) come cura dell’io. In un’atmosfera simile non stupisce che The Cut abbia sentito il bisogno di pubblicare un articolo intitolato Come sembrare più generoso di quello che sei. Sembrare?

L’autrice dell’articolo, Katie Heaney, racconta di non sentirsi generosa e di averlo notato soprattutto nella vita di coppia, quando la sua compagna condivide tutto con lei senza problemi, in particolare le leccornie di cui va molto ghiotta, ma lei si deve forzare un po’ per fare lo stesso. “Mi piacerebbe essere considerata una persona generosa, ma senza rinunciare al mio cibo”, ha scritto. Un bell’enigma. Haeney ha così scoperto che un gruppo di psicologi si sta adoperando proprio sul capire come fa la gente a gestire il dilemma tra arraffare e tenersi stretto ciò che ci piace, o cederlo per essere apprezzati, e ha già pubblicato uno studio sul Journal of Personality and Social Psychology. Per questo studio è stato chiesto alle persone come si comportano quando devono dividere col partner una cosa da mangiare (in questo caso è stato chiesto di scegliere fra due tipi di barrette al muesli di qualità opposta, una ottima, una mediocre). The Cut riporta il risultato dell’esperimento, ovvero: la maggior parte delle persone ha detto che lascerebbero la prima scelta all’altro.

La risposta è stata poi riferita ai partner che sono rimasti molto toccati dalla notizia. “I ricercatori ipotizzano che poiché lasciare la precedenza è visto come un atto di generosità, la persona a cui viene data la scelta ritiene di dover essere altrettanto generosa”. Morale della favola? La persona a cui è stata lasciata la scelta non prenderà la barretta migliore, altrimenti rischierebbe di sembrare egoista quando invece il partner ha (finto) di essere generosissimo. Se quindi vogliamo mangiare la barretta/cioccolatino/gelatino migliore, sarà sufficiente lasciare (per primi!) all’altro la scelta. Secondo questa ricerca c’è un ampio margine di probabilità che per contraccambiare la nostra decisione altruista, l'altro si orienti sulla scelta peggiore. Ma perché non ci abbiamo mai pensato prima?