Un nome da antica fiaba da filologia germanica rigorosa, la creatura leggendaria solitamente raffigurata come piccola, agile, sfuggente. E pasticciona da prendersela proprio con le care buone Frau delle leggende che dovevano scacciarli per non farsi devastare le case. Sulla carta tutto il contrario della sua disambiguazione su Wikipedia, l’aspirapolvere Folletto, che festeggia i suoi 80 anni in Italia: solido, potente, di un bel colore verdone scuro e dettagli panna di latte, simbolo della semplificazione dei lavori casalinghi che erano incombenza prevalentemente femminile. Ma la seduzione del Folletto passava per i suoi agenti di vendita porta a porta, con sorridi sfoderati a favor di massaia piagata (e maniaca a volte) dalle faccende. Per sfoggiarlo nei corridoi di casa bisognava essere a conoscenza di misteriosi passaparola, farsi raccomandare dalle amiche o dalle conoscenti, e fidelizzarsi strenuamente come nemmeno oggi faremmo con le case madri dei nostri telefonini.

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Courtesy Folletto

Nell’era 4.0 il Folletto Vorwerk, teutonico nome della casa madre tedesca, i telefoni senza fili li ha messi da parte ed è passato alla diffusione web e a qualche sparuto punto vendita strategico, con numeri di passione casalinga vera. 30 milioni di apparecchi venduti in Italia in 8 decadi, il record assoluto raggiunto nel 1992 con 892mila aspirapolveri in un anno, e una continua ricerca per migliorare quella che è stata la vincente intuizione di più di 80 anni fa. Una storia lunga che sbarca nello Stivale in tempi di guerra ma comincia ben prima, negli anni 80 dell’800, con la costruzione di macchinari per i telai tessili dell’epoca.

È l’intuizione per far fronte alla crisi analogica degli anni 20, quando gli apparecchi radiofonici per la diffusione della musica mandano in pensione i vecchi grammofoni a manovella, che svolta la storia placida della fabbrica tedesca Vorwerk. Per far fronte ai cali di vendite, i capi investono sul motorino elettrico per far sviluppare la divisione elettrotecnica dell’azienda. Il piccolo congegno trova posto nel cuore di un grammofono ribaltato, ed è punto di partenza di quello che nel 1930 sarà depositato come brevetto dell’aspirapolvere Folletto. Un appellativo poetico derivato dall’esclamazione che fece la segretaria dell’ingegnere Engelbert Gorissen quando vide il motorino elettrico in azione: “Ma questo è un piccolo Folletto!”. Una copy ante litteram, la sconosciuta segretaria, che risolse i problemi del nome da dare al nuovo apparecchio. Tale era: un aiuto felice e rapidissimo per abbattere i tempi della pulizia di casa, passo successivo dell’emancipazione femminile. Con la scelta dell’Italia come mercato in cui crescere, la Vorwerk Folletto inizia anche a lavorare sulla multifunzionalità dei suoi prodotti, rendendola il cardine della propria crescita negli anni: dalla spazzola per il tappeto agli accessori per pulire le tende, fino al sistema di pulizia a secco delle moquette tanto in voga negli anni 70, all'uso delle nuove tecnologie negli aspirapolvere Folletto 2018 che continuano a conquistare sempre più persone.

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Courtesy Folletto

La storia del Folletto in Italia è una storia che abbraccia anche i tempi della liberazione sessuale, quando il tema principale era la consapevolezza che le donne non fossero soltanto le casalinghe di mariti e figli. Acquistare un Folletto era un’azione rivoluzionaria: significava investire economicamente per tagliare tempi di pulizia, amministrare le finanze (specialmente se lo si faceva coi propri soldi), aprire la porta di casa agli sconosciuti ma sorridenti agenti di vendita. Loro, gli uomini della propaganda domestica, verissima svolta del successo dell'azienda, visto che negli anni 30 fidarsi della potenza di un aspirapolvere senza vederlo in azione era davvero oltre ogni immaginazione. Con l'ingresso (letterale) degli agenti Folletto che dimostravano l'efficacia dell'aspirapolvere, l'empirismo divenne la filosofia delle casalinghe.

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Courtesy Folletto

Poi c’era il cleaning factor: l’aspirapolvere semplificava le incombenze, liberando le ore per dedicarsi a sé o ai propri interessi. Bastava allacciarlo alla presa elettrica, farlo partire, e avere le stanze in ordine non era più un lavoro extra. Ma c’era di più. L’imponenza teutonica del Folletto poteva essere utilizzata anche dagli uomini senza che venisse intaccata la loro epocale, sbandierata virilità. Anzi, maneggiare i giganteschi apparecchi poteva apparire quasi come la virtù che ancora oggi incide sulla parità dei sessi nella gestione della casa. Il Folletto, nella sua missione “Free The Massaia”, ha inciso capillarmente nella primaria liberazione dal ruolo, trasformandosi poi nell’esatto contrario: il sinonimo profondo della casalinga PRO che sceglie un marchio per totale fedeltà. Nella sua infinita volontà di essere d’aiuto, l’aspirapolvere Folletto è diventato lo scettro da brandire per continuare a NON sentirci semplici desperate housewives. Liberaci dal battipanni, amen.