Forse non ce ne rendiamo sempre conto, ma gli oggetti stampati con gli apparecchi 3D sono sempre più presenti nella nostra vita quotidiana.

E via via che il loro utilizzo aumenta, il costo di queste particolari stampanti, che permettono di trasformare un'immagine bidimensionale generata del computer in un esemplare fisico a tre dimensioni, cala, al punto che oggi è possibile acquistarne una con poco più di 100 euro .

Questo picco di diffusione, inevitabilmente, ha spinto università e centri di ricerca a indagare sui rischi connessi al loro impiego,

La loro attenzione, si è concentrata, in particolare sul fatto che il processo di produzione 3D comporta il passaggio di filamenti metallici o di plastica - che rappresentano la materia prima per la lavorazione - attraverso ugelli ad alta temperatura che li scaldano e li fondono per poi emettere gas nocivi alla salute.

Green, Material property, Graphics, Photography, Logo, Fictional character, Metal, pinterest
Unsplash.com


Ma non solo: gli scienziati hanno anche voluto verificare se oltre alle sostanze gassose, il meccanismo non comportasse il rilascio delle cosiddette microparticelle ultrafini, alcune delle quali di una cerca pericolosità. Un fenomeno, del resto, già noto nel caso delle stampe laser.

Incrociando i dati e le conclusioni di alcuni dei più importanti studi sull'argomento (su tutti quelli del Centro di ricerca sulle malattie professionali di Toronto (http://creod.on.ca), ldell'Illinois Institute of Technology di Chicago (https://web.iit.edu) e dell'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (https://www.iarc.fr), è stata trovata conferma, accompagnata da più di un sospetto che quando le particelle si depositano nei polmoni possono causare infiammazioni, mal di testa e avere conseguenze sul sistema cardiovascolare, oltre a risultare irritanti per gli occhi, senza contare gli effetti a lungo termine sul sistema nervoso centrale.

A margine degli studi, i ricercatori si sono quindi concentrati sulle avvertenze per il corretto utilizzo di queste stampanti soprattutto negli ambienti domestici dove, di norma,non vengono presi gli accorgimenti che normalmente si attuano in azienda.

Per prima cosa, suggeriscono, occorre far sì che i device funzionino sempre in luoghi ben ventilati, impostando la temperatura più bassa possibile dell'ugello, e mantenendo una certa distanza dalla macchina durante il suo funzionamento. Oltre, ovviamente, a usare materiali testati e certificati.