La questione si è aperta per puro caso. In un momento storico in cui le parole sono più importanti che mai e il loro peso specifico diventa fondamentale, sembra un eccesso grottesco considerare dei leggings per cani qualcosa di sexy. O almeno, pensare che debbano essere recepiti come tali. Già solo l’idea di inventare un indumento del genere potrebbe sembrare assurda, ma che lo si sessualizzi sembra fuori dal mondo. Eppure la giornalista di The Cut Madeleine Aggeler, di fronte alla pubblicizzazione dei leggings per cani Walkee Paws pensati per salvare le zampette a passeggio ed evitare che gli animali portino germi e sporcizia in casa, ha avuto questo flash. Un'associazione mentale esplicitata prima nella chat di redazione, poi con un pezzo che esprime il suo primordiale disagio di fronte all’abbigliamento per cani dai risvolti(ni) equivoci. Non bastassero i dog bar dedicati per sorseggiare tè e biscottini assieme ai propri cuccioli preferiti, o gli shampoo per cani che costano più di un pasto al ristorante.

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“Ogni volta che vedo un capo di abbigliamento che copre le parti sbagliate (gambe e non sederi), ed è fatto quasi esclusivamente di scomodi e improbabili fasce da stringere, penso automaticamente “Ah ok, allora è una cosa sexy””. Associazione legittima: sopratutto visto che le foto promozionali mostrano appunto quattro calzini tenuti insieme da un nodo che si poggia sulla schiena del cane, in tutto e per tutto simili, o pericolosamente somiglianti, ai completini sadomaso. Ebbene sì, proprio quelli che sono considerati il primo approccio all’universo BDSM. Azzardo, dato l’indumento in questione? Non proprio. La fondatrice dell’azienda che produce l'abbigliamento per cani Walkee Paws ha spiegato alla sbigottita Madeleine Aggeler che l’idea originaria dei leggings per cani nasce seguendo le legature del sadomaso, solitamente fatte per evidenziare le parti più attraenti del corpo.

“Lisa Baronoff, la fondatrice, mi ha spiegato che non sono nati per essere visti come sexy, ma che il primo prototipo è stato fatto con un paio di collant neri che sembravano effettivamente sadomaso. È il motivo per cui hanno deciso di optare per stampe colorate e divertenti evitando il nero” ha concluso la giornalista americana, non meno stupita di prima. La questione sexy è stata risolta, ma il dubbio non è completamente svanito: leggings per cani come ultimissima frontiera dell’assurdità dettata dal consumismo e dalla sessualizzazione? Certo, come vestire il cane sulla neve può essere un problema, salvaguardare la salute dell'animale è importante: tenergli le zampe al caldo non è sbagliato. Sono esseri viventi ed è giusto che non prendano freddo. Però l'eccessiva umanizzazione degli animali è sempre più materia di discussione (tanto che sono stati diramati consigli specifici sul perché non abbracciare i cani). Dove andremo a finire, signora mia. Auspicabilmente in un parco col cane al guinzaglio. E senza zampe protette, per una volta.