«Gli antropologi sono etnografi che documentano e hanno uno sguardo oggettivo sulle tradizioni. Io cerco di fare delle scelte. E la mia scelta è legata alla mia intimità, al mio desiderio», parola di Charles Fréger, protagonista all'Armani/Silos di Milano della sontuosa mostra Fabula, che è un po' la summa di tutta la sua carriera dal 2000 a oggi.

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Courtesy of Giorgio Armani
Charles Fréger

L'esposizione - c'è tempo fno al 24 marzo per vederla - racconta il percorso visivo dell'artista originario di Bourges, in Francia, scandendolo attraverso grandi aree antropologiche. Ogni sala, una scoperta. Si va dai ritratti della squadra di pattinaggio su ghiaccio finlandese (Steps) a quelli dei giovani lottatori di Sumo (Rikishi) e degli eserciti europei e delle loro uniformi di rappresentanza (Empire); dalle foto di soldati Sikh (Sikh Regiment of India) e degli elefanti di Jaipur (Painted Elephants) fino alle serie di Wilder Mann (forse quelle più conosciute in assoluto) e Yokainoshima, dedicate alle maschere tradizionali inserite in un contesto rurale.

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Courtesy of Giorgio Armani

«C’è una sensazione di tempo ed evoluzione - spiega Fréger - una conversazione tra le stanze, i muri di cemento grigio e l’illuminazione precisa che danno il miglior risalto possibile al colore delle mie fotografie. Un’eco che crea un dialogo tra le silhouette di Armani/Silos e le uniformi, i costumi e le maschere rappresentati nelle fotografie».

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Courtesy of Giorgio Armani

Ma qual è il principio da cui parte Fréger? L'artista è da sempre interessato al modo in cui gli uomini affrontano paure profonde ed esprimono il bisogno o la volontà di appartenere. Secondo lui ogni comunità ha un suo codice, ma il principio guida dietro l’impulso di esprimere appartenenza attraverso l’abbigliamento è quasi sempre comune.

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Courtesy of Giorgio Armani

È stata la vitalità cromatica delle opere ad aver conquistato il cuore di Giorgio Armani. «Quel colore, tuttavia, non è un puro espediente visivo, ma una rappresentazione di energia umana - ha spiegato lo stesso Armani - Come stilista di moda, so che l’abbigliamento ha un enorme potere simbolico: Fréger ce lo ricorda costantemente, scavando gli aspetti più profondi del vestirsi come modo di comunicare».