I mediocri imitano, i geni copiano. Il celebre aforisma “libera tutti” di Pablo Picasso nell'universo hi-tech trova sempre terreno fertile. Tra le realtà più attive in questo senso c'è in primo piano l'industria cinese, che da sempre utilizza quello slogan come proprio mantra di riferimento. A tutti i livelli, come l'esempio di Huawei che, dopo essersi ispirata a lungo al motto del pittore spagnolo per il design dei suoi cellulari, lo ha preso alla lettera anche quando si è trattato progettare il nuovo campus Huawei in Cina. A due passi da Shenzhen, la città-Stato che rappresenta il cuore tecnologico del Paese e dove ha sede, peraltro, il suo quartier generale. Considerata la passione che il popolo asiatico ha per la cultura e l'arte europea, lo spunto per la costruzione di questo centro di ricerca è arrivato proprio dal Vecchio Continente.
Invece di optare per innalzare al cielo l'ennesimo complesso di palazzi tanto in voga nell'area, il management ha commissionato ai progettisti di riprodurre - e dato loro merito di averlo fatto in maniera non "scontata" alla Las Vegas, per intenderci - una dozzina di città europee. L'Italia, neanche a dirlo, l'ha fatta da padrona, con la copia di Bologna e Verona. Non poteva, ovviamente, mancare anche Parigi e, restando in tema di campus prestigiosi, è stato deciso di riprodurre Oxford. E poi, via via clonando, sono state realizzate anche le riproduzioni di strade ed edifici della Borgogna, di Bruges, di Windermere, Granada, Heidelberg, Cesky Krumlov e del Lussemburgo. A chiudere l'elenco c'è la replica di un celebre ponte, il Freedom Bridge di Budapest. I 108 edifici suddivisi nei suddetti 12 blocchi sono raggiungibili come se fossero le stazioni di una ferrovia mediante un trenino elettrico, anch'esso con un suo simile europeo, quello del Bernina, e ospiteranno oltre 25 mila studenti ricercatori.