Dietro a frictionless, letteralmente “senza attrito”, termine diventato popolare sette anni fa sulle labbra di Mark Zuckerberg, più che un concetto c'è un'ideologia che, per molte aziende e start-up hi-tech, è diventata addirittura un'ossessione, che ha permesso loro di guadagnare miliardi di dollari. L'attrito a cui si riferisce il termine è quello generato dalla macchinosità della tecnologia, la cui riduzione ha ridotto drasticamente gli sforzi per compiere molte delle attività della routine online degli individui di tutto il mondo, si tratti di acquistare uno smartphone, affittare un appartamento o un'auto o guardare un film.

A partire dalla considerazione di come non ci sia nulla di sbagliato nel rendere i fatti tecnologici più facili e di come la storia di questo settore sia ricca di esempi di incredibili progressi ottenuti riducendo la complessità, il giornalista di The New York Times, Kevin Roose ha provato ad analizzare la questione da un altro punto di vista, concentrandosi sulle controindicazioni dei grandi miglioramenti della vita quotidiana prodotti dalla maggiore accessibilità alle tecnologie e alla loro più semplice fruibilità. In pratica, argomenta il giornalista, a furia di eliminare l’attrito, la tecnologia è diventata, via via, sempre più facile e quindi meno controllabile per gli utenti.

Prendiamo Facebook... Lo sharing semplice, rapido e pertanto senza attriti dei suoi post tra gli utenti, per l'azienda di Menlo Park è stata una sorta di copertura del suo vero obiettivo, cioè far sì che la pubblicazione dei contenuti fosse sempre più frequente in modo tale da aumentare la quantità di dati raccolti da rendere poi disponibili per il targeting degli annunci commerciali. Lo stesso può dirsi per i video a riproduzione automatica di YouTube, che hanno aumentato notevolmente il tempo di visualizzazione, incrementando, di conseguenza, la redditività della piattaforma, o degli strumenti, o come le ordinazioni con un solo clic di Amazon che hanno creato una macchina incredibilmente rapida ed efficiente per fare shopping online. Che fare allora? Senza voler fare a tutti i costi i luddisti che vogliono contrastare il progresso, dice il giornalista, bisognerebbe cercare di rendere le cose un po' meno semplici. Soprattutto nei settori cruciali, come la finanza, l'istruzione, la medicina.