Notch sì, notch no, notch è un bene, notch è un male. Ma, soprattutto, che cos'è un notch? E a che cosa serve? Partiamo dagli ultimi due punti, dal suo significato, innanzitutto: le traduzioni di notch sono diverse ma la più comunemente usata è “tacca”, ma c'è anche chi lo chiama “lunetta”.
In pratica, è la striscetta nera che si trova sulla parte superiore dello smartphone che ospita elementi del device come la fotocamera (in qualche caso anche più di una) e vari altri sensori.

A scatenare la notch-mania è stata, neanche a dirlo, Apple, che l'ha introdotto per prima, sulla versione X dell'iPhone per l'esattezza. Per poi essere stata scopiazzata con risultati più o meno buoni dall'uno e dall'altro produttore di turno. L'intuizione dei progettisti di Cupertino è stata quella di rispondere alle esigenze dell'utenza di avere display sempre più ampi e cornici dell'involucro sempre più sottili. Ed è stato così che hanno creato il discusso incavo, quella discontinuità nella parte alta nella quale inserire appunto l'”occhio” digitale per i selfie e quant'altro, per esempio la microcellula per il riconoscimento facciale. Alla sua destra e alla sua sinistra le porzioni di display per le icone di stato o le notifiche. Queste ultime, dietro a un apposito comando software gestibile dall'area Display delle impostazioni dell'apparecchio, potranno anche scomparire, rendendo, di fatto, il notch invisibile.

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Ci piaccia o no, la linea - letteralmente - tracciata dalla Casa della Mela è ormai tra di noi e, anche quando l'appannarsi della sua dimensione maniaco-modaiola porterà con sé nell'oblìo anche il dibattito tra i designer della domenica che si scagliano contro o a favore della sua esistenza, ci accorgeremo di poterci convivere senza grossi traumi. E sarà meglio che ciò accada davvero, visto che - stando a quanto afferma chi ha potuto vedere “P” (abbreviazione di Pie, torta), cioè la prossima versione del sistema operativo Android - sarebbe prevista una seconda notch nella parte inferiore del display di tutti quei dispositivi che avranno una dotazione hardware da poterla sfruttare.