Questo articolo dura 60 secondi. Il tempo necessario per cambiare prospettiva. Perché per giorni, mesi, anni, chi passava in Galleria Vittorio Emanuele a Milano teneva il naso a terra, vicino a quel toro che voleva essere un gesto scaramantico (e che ora, per il passaggio infinito di turisti scaramantici, ne porta i segni). Ma da qualche giorno, mese e si spera - presto - anni ci sarà modo di puntare il naso sempre più in alto. A farci alzare il naso sono tre lunette che incorniciano il ristorante di Carlo Cracco, la Galleria Cracco. Ancora una volta, insieme a Sky Arte, con l’inizio della stagione che unisce Miart e Design Week anche quelle tre lunette diventano una galleria d’arte fruibile da tutti, nessuno escluso. Protagoniste di questa installazione sono due donne, Goldschmied & Chiari che hanno inaugurato la Art Week con un trittico di superfici specchianti che rimarrà fino al 30 novembre 2019. Abbiamo chiesto a Sara Goldschmied ed Eleonora Chiari come è nato Tre Studi per un ritratto: esplosione che vuole dichiarare l’intento del duo quanto di Carlo Cracco, agenzia Paride Vitale e Sky Arte nel sostenere un’arte contemporanea italiana che parla a voce alta, che si fa guardare, alzando nasi (e non storcendoli we-hope-so).
Milano è una prigione dorata o una piazza da rivalutare?
Per noi è una città aperta e accogliente, nella quale la creatività e l’imprenditorialità s’incontrano in luoghi inaspettati come nel caso di Galleria Cracco.
Cosa fa paura di uno specchio?
Dipende se hai qualcosa da nascondere;-) nel nostro lavoro è una superficie che cambia di continuo nel tempo e nello spazio relazionandosi con il pubblico che osserva.
Cosa vuol dire arte democratica oggi ai tempi dei social dove tutti è fruibile 24h?
I social possono essere una cassa di risonanza ma l’arte è un’esperienza sensibile e radicale che va vissuta di persona.
Come raccontereste a un bambino cos’è la Pareidolia, elemento chiave del vostro lavoro?
Gli faremmo osservare le nuvole nel cielo e giocare a riconoscere ogni momento un’immagine o una figura che cambia.
La forza del lavorare in un duo-team e i suoi limiti è…?
La forza è nel rispecchiarsi nell’altra e il suo limite è non avere limiti.